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“Negli scorsi mesi ho registrato una serie di criticità. Queste da ultimo sono sfociate nel mancato invio della documentazione indispensabile per la presentazione della programmazione del genere Approfondimento nei tempi previsti”. Ascoltato in commissione di Vigilanza Rai, l’amministratore delegato dell’azienda Carlo Fuortes spiega così la rimozione di Mario Orfeo dalla direzione degli Approfondimenti. Una decisione che ha suscitato numerose polemiche all’interno della televisione pubblica, anche se nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione ha comunque dato il via libera al nuovo valzer di poltrone. Orfeo, infatti, è tornato alla direzione del Tg3 e al suo posto agli Approfondimenti è sbarcato Antonio Di Bella. La mancanza della documentazione che doveva inviare Orfeo, ha spiegato Fuortes, “ha causato l’annullamento della presentazione al cda dell’intero palinsesto autunno-inverno”.
Rai, il cda: “Ok alle nomine proposte da Fuortes”. Orfeo al Tg3, Di Bella ai talk
Fuortes ha poi aggiunto: “Ritengo indispensabile, in una fase di trasformazione così importante e strategica per la Rai, che vi sia la massima condivisione e collaborazione fra coloro che ricoprono ruoli apicali nelle direzioni impegnate. Ma considerando il valore professionale di Mario Orfeo che ha guidato le principali testate dell’azienda, gli ho proposto di assumere la direzione del Tg3. Proposta che ha avuto parere positivo di una larga maggioranza del consiglio di amministrazione”.
Nel corso dell’audizione in commissione di Vigilanza l’amministratore delegato ha snocciolato alcuni dati relativi a Rai2, sottolineandone i buoni dati di ascolto. “Una menzione particolare – ha detto – vorrei riservarla a Rai2 che nell’intera giornata passa dal 4,2% al 4,8% con una crescita dello 0,6 punti che rappresenta un incremento del 15% rispetto allo scorso anno”. E “ottime – ha proseguito – sono state, inoltre, le prestazioni sul mercato digitale evidenziate da Raiplay. Sempre nel periodo dal 1 gennaio al 12 giugno 2022, l’offerta della Rai ha superato i 220 milioni di ore consumate, riscontrando – a fronte di una crescita del mercato del 13% – un incremento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2021”.
Ma Andrea Romano, componente del Pd in commissione di Vigilanza Rai, replica: “Le parole di Fuortes sono state molto deludenti. Un mese e mezzo dopo avere annunciato ufficialmente, di fronte al Parlamento, la necessità di rivedere il formato infotainment nei talk Rai archiviando la continua ricerca della rissa, non si vede alcun segno di cambiamento ma al contrario un ulteriore peggioramento della situazione sui temi della guerra scatenata da Putin ma anche su altri temi”. Questo, prosegue il dem, “è tanto più grave nel momento in cui l’Italia è ormai sotto osservazione internazionale per la permeabilità delle nostre televisioni (private e pubbliche) da parte della strategia di disinformazione promossa e coordinata dal regime di Putin”.