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Per cercare di sbloccare l’impasse in commissione di Vigilanza Rai sulla nomina del presidente del cda di viale Mazzini, la candidata del centrodestra Simona Agnes (consigliera in quota Forza Italia) scrive un comunicato appello partendo da una ricorrenza che ha segnato la storia della tv pubblica.
“Il 15 dicembre di 45 anni fa nasceva il Tg3 sotto la direzione di Biagio Agnes, mio padre. E’ un ricordo indelebile per la storia della Rai e per la mia famiglia. Oggi, come allora, lavorare per la Rai è fare parte di una grande squadra, che lavora insieme – con visioni a volte anche diverse, come è giusto che sia – ma con l’unico scopo di sostenere il ruolo del servizio pubblico. La sfida per tutti noi è realizzare una Rai protagonista dei cambiamenti che la società, i cittadini, i nostri abbonati ci chiedono e che la tecnologia, il mercato, ci impongono. Una trasformazione fondamentale per garantire competitività e autorevolezza alla principale azienda cultuale del Paese”.
Così la consigliera di amministrazione Rai che, sulla sua candidatura alla presidenza della Rai, afferma: “Sono a disposizione per svolgere con la massima serietà e professionalità questo incarico nel pieno rispetto del mandato e del pluralismo e degli orientamenti della Commissione parlamentare di vigilanza. Sarebbe per me un onore svolgere un ruolo di garanzia, nei confronti di tutti con profondo e convinto spirito di servizio come prima di me ha fatto mio padre, Biagio Agnes che ha dedicato la sua vita alla Rai”.
Rai, nuova fumata nera sulla presidenza. Dal TgR al Tg3, riparte il valzer delle nomine
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“Le linee guida – aggiunge – sono le parole del presidente della Repubblica Mattarella nel messaggio per gli Stati Generali Rai, quando ha ricordato che il servizio pubblico ha la straordinaria missione di essere riconosciuto una fonte affidabile e autorevole per i cittadini e deve essere ‘cornice di libertà e spazio di inclusione dove originalità, professionalità, innovazione, pluralismo e non spartizione possano continuare a dispiegarsi senza abusi’. Sono queste le motivazioni che sostengono lo spirito di servizio che mi anima e che, per storia professionale, personale e familiare, ha animato e animerà quotidianamente il mio impegno per questa azienda”.
Pd, indisponibili a parlare di nomi prima della riforma Rai
La dichiarazione di Simona Agnes di essere una figura “di garanzia non cambia nulla, noi restiamo indisponibili a parlare di nomi prima che della riforma della Rai i ruoli solo dopo”. Così il capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano. “Continuano a parlare di posti e di occupazione e non di ciò di cui ha bisogno la Rai. Il tema non sono le persone ma il metodo usato per individuarle”, in questo caso “esclusivamente dal centrodestra”.
M5S: “Dichiarazione di Agnes non cambia nulla”
“Non credo proprio possa cambiare la situazione con la sua dichiarazione. Credo serva ben altro. Per il momento noi siamo assolutamente fermi sul chiedere un nome nuovo, non vedo come una dichiarazione possa bastare”. Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Vigilanza Rai Dario Carotenuto.
“Dal nostro punto di vista serve un nome che sia evidentemente ed esplicitamente lontano dai partiti. Questo va al di là delle qualità personali, è un tema politico, perché – aggiunge Carotenuto – questa legge, che va cambiata in quanto non in regola con il Media Freedom Act, sbilancia tutto in favore di maggioranza e governo, offrendo l’opportunità alla Vigilanza Rai di votare con una maggioranza qualificata il presidente. Allora il presidente deve andare a controbilanciare. Se la Agnes è riferibile a Forza Italia, e lo sanno anche i muri, non può andare bene. Non per lei, ma per un tema di equilibrio, che è un fatto di sostanza e anche di forma”.
“Non ho nulla contro Simona Agnes, mi sembra una persona perbene. Il tema è che dobbiamo cambiare con urgenza questa legge sulla governance, che genera squilibri. Non possiamo fare un passo indietro rispetto a questo, non siamo disponibili”, aggiunge l’esponente del M5s, smentendo “assolutamente” ogni voce di presunte trattative in corso in queste ore.
Bonelli, nota non modo migliore per parlare di garanzia
“Penso che una nota all’agenzia di stampa non sia il modo migliore per parlare di pluralismo e garanzia in ogni caso la maggioranza deve dare un segnale chiaro su quando intenderà portare in Parlamento la discussione per la riforma Rai che recepisce il Media freedom act che liberi la Rai dal controllo dei partiti”, così il leader dei Verdi Angelo Bonelli interpellato sulle parole di Simona Agnes rispetto alla presidenza della Rai.
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