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Rapporto Gimbe: balzo dei contagi per Covid, più 32% in una settimana

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La quarta ondata è nella sua fase montante. Lo certificano anche i dati settimanali raccolti dalla Fondazione Gimbe pubblicati stamattina. Nella settimana tra il 10 e il 16 novembre sono aumentati i contagi (54.370 contro i 41.091 dei sette giorni precedenti, più 32,3%) e le vittime del Covid (402 contro 330, più 21,8%). Il bilancio delle persone attualmente positive ha fatto un balzo importante: da 100.205 a 123.396, più 23,1%. Gli ospedali tornano a occupare i loro letti per il coronavirus, sia nei reparti ordinari (i ricoveri sono cresciuti da 3.436 a 3.970, più 15,5%) sia nelle terapie intensive (da 421 a 481, più 14,3%).

L’aumento è ancora più evidente se confrontato con 30 giorni fa. I pazienti in area medica sono passati dai 2.371 del 16 ottobre ai 3.970 del 16 novembre (+67,4%) e quelli nelle terapie intensive dai 338 del 25 ottobre ai 481 del 16 novembre (+42,3%). A livello nazionale il tasso di occupazione è del 7% in area medica e del 5% in area critica, con notevoli differenze regionali: nessuna regione supera la soglia del 15% per l’area medica, mentre Friuli-Venezia Giulia (14%) e Marche (10,1%) superano quella del 10% per l’area critica. “Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe – continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 34 ingressi al giorno della settimana precedente a 38″.

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Alessandra Ziniti

17 Novembre 2021

Solo il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano sono molto vicini alla zona gialla visto che, oltre all’incidenza settimanale di 50 nuovi casi per 100.000 abitanti, presentano entrambi i tassi di occupazione ospedaliera superiori o prossimi alle soglie del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva. “Bisogna tenere conto – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – che l’attuale sistema per l’assegnazione dei colori alle regioni è stato elaborato quando non esistevano dati sul declino della copertura vaccinale, né sulla necessità della terza dose. Con queste regole, durante i mesi invernali di aumentata circolazione virale, nelle regioni con coperture vaccinali più basse o in ritardo con la somministrazione della terza dose c’è il rischio di sovraccaricare gli ospedali senza cambiare colore. Anche perché le regioni hanno la possibilità di aumentare i posti letto disponibili, sottraendoli ad altri malati, o di dimettere pazienti Covid in strutture private”.

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Tonia Mastrobuoni

18 Novembre 2021

L’arrivo della quarta ondata ha fatto di nuovo aumentare le vaccinazioni. Nell’ultima settimana sono tornate in aumento le somministrazioni (1.26 milioni), con una media mobile a 7 giorni di 179.740 dosi al giorno. Dopo aver sfiorato quota 440 mila nella settimana 11-17 ottobre, in quattro settimane il numero dei nuovi vaccinati era crollato a quota 127.361 (-71,1 per cento). Degli oltre 7,15 milioni di persone non ancora vaccinate preoccupano i quasi 2,66 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, e gli oltre 1,23 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole.

In Italia intanto si sfiorano i 100 milioni di vaccini arrivati. Dall’inizio della campagna vaccinale, il 27 dicembre 2020, al nostro paese sono state consegnate 99.903.390 dosi. In assenza di nuove forniture per la quinta settimana consecutiva, le scorte di vaccini a mRna scendono a quota 7,6 milioni di dosi. Al 17 novembre il 79,1% della popolazione (46.894.047 cittadini) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (più 109.996 rispetto alla settimana precedente) e il 76,8% (45.521.038) ha completato il ciclo vaccinale (più 277.306 rispetto alla settimana precedente).

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