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Unboxing
Confezione compatta e con poche sorprese quella dei Pixel Buds Pro; anzi, con nessuna sorpresa. Al suo interno troviamo gli auricolari nella solita custodia “a saponetta”, solo poco più larga rispetto ai precedenti modelli (49 grammi contro i 42 precedenti: non cambia molto), un po’ di manualistica, ed un tubetto di cartone con dentro un doppia coppia di gommini (i medi sono già inseriti nei Pixel Buds Pro). Da notare poi che la custodia è anche compatibile con la ricarica wireless (Qi), quindi non avrete per forza bisogno di un cavo per ricaricare gli auricolari.
Nessun cavo, custodia o altro accessorio di qualsivoglia tipo. Più compatta di così era impossibile farla questa confezione. Punti bonus perché il tubo che raccoglie i gommini sembra abbia degli occhi disegnati sopra (vedi video qui sotto). Punti malus perché il bianco opaco della custodia è quanto di più sporcabile di sia al mondo, come in tutti i precedenti modelli, e perché la G di Google sui due auricolari è orientata a casaccio.
Specifiche e Codec
I Pixel Buds Pro si accoppiano con qualsiasi dispositivo dotato di Bluetooth 4.0 o successivi, ma per avere accesso a tutte le funzionalità sono necessari uno smartphone Android 6.0+ ed un account Google, oltre ad una connessione ad internet (per alcune funzioni, in particolare l’Assistente ed il Traduttore).
Connettività: Bluetooth 5.0
Certificazione IP:
Auricolari: IPX4 (spruzzi d’acqua)
Custodia: IPX2 (acqua gocciolante)
Driver da 11 mm
ANC
3 microfoni
Codec supportati: AAC ed SBC (niente LDAC o aptX, né LC3 e e Low Energy audio)
Peso: 6 grammi per ciascun auricolari, 49 grammi la custodia
Il supporto al Bluetooth 5.0, anziché al più recente 5.2, limita anche i codec supportati, soprattutto in un modello di fascia alta come questo, e potrebbe far storcere il naso a qualcuno, al punto da farvi propendere per altri auricolari. Se non sapete nemmeno di cosa stiamo parlando, allora significa che probabilmente va bene così, ma per degli auricolari di fascia alta rimane un peccato, soprattutto perché non ci sono margini di miglioramenti futuri, dato che certi codec non saranno mai supportati a causa dei limite del Bluetooth 5. Assente, per ora, anche l’audio spaziale, ma in questo caso il supporto è stato promesso entro l’anno.
Per quanto riguarda l’applicazione per le Pixel Buds, questa o è integrata in Android (come nei Pixel) oppure può essere scaricata dal Play Store. Non c’è un’applicazione ufficiale per iPhone, con il quale potrete comunque accoppiare gli auricolari via Bluetooth, ma senza godere di alcuna personalizzazione.
Esperienza d’uso
Comodità
I Pixel Buds Pro sono comodi, e restano anche bene in posizione. Partiamo da una considerazione importante, perché era anche una delle cose sulle quali eravamo perplessi prima di provarli. La forma dei precedenti auricolari di Google, con quel “peduncolo” di gomma per assicurarli meglio all’orecchio, ci aveva convinto, e la sua rimozione ci preoccupava. Per fortuna non è così.
I Pixel Buds Pro sono sì abbastanza grossotti, ma sono anche molto leggeri, con i loro 6,2 grammi. Inoltre, proprio la forma più grande, li rende più “incastrati” nell’orecchio, senza bisogno di ulteriori appendici. Da diversi giorni stiamo pranzando con i Pixel Buds Pro sempre sulle orecchie, e non sono mai caduti: sembra una prova banale, ma non lo è affatto; provateci con i vostri auricolari per credere!
C’è stato però anche un piccolo fastidio a guastare l’esperienza: spostando con le dita la posizione dei Buds Pro, li sentiamo fischiare. Si tratta di un fischio breve, non forte, non fastidioso di per sé, ma è comunque… fastidioso sentirlo praticamente ogni volta che dobbiamo aggiustare in modo più energico la posizione degli auricolari.
Per fortuna il problema si verifica solo con ANC o modalità trasparenza attiva; insomma, quando i microfoni degli auricolari vengono usati per modificare l’audio. Trattandosi quindi di una cosa in buona parte correlata al software di elaborazione, speriamo che un futuro aggiornamento possa risolverla. Chiariamo inoltre che il fischio si presenta solo aggiustando a mano gli auricolari, e non con il normale movimento derivante da camminata/corsa, anche se c’è chi segnala proprio problemi in tal senso, che però non si sono mai presentati nelle nostre prove.
Accoppiamento
L’accoppiamento è fulmineo, grazie a fast pair (richiede Android 6.0+): basta aprire la custodia e lo smartphone vi propone subito di accoppiare gli auricolari; basta una pressione sul tasto a schermo, ed il gioco è fatto. Potete comunque accoppiare i Pixel Buds Pro a qualsiasi dispositivo Bluetooth 4.0+ tramite la pressione del tasto sul retro della custodia.
Tra le novità più apprezzate c’è senz’altro l’accoppiamento multipunto con 2 dispositivi, ed il conseguente cambio di dispositivo automatico. Basta mettere in pausa su uno, far partire l’audio sull’altro, ed i Pixel Buds Pro effettueranno lo switch in automatico, nel giro di un istante. Funziona anche con le chiamate in arrivo sul cellulare, che interrompono qualsiasi altro audio in riproduzione per farvi parlare col vostro interlocutore. Abbiamo usato queste funzioni di continuo, lavorando con PC e cellulare fianco a fianco tutto il giorno, e non ci sono mai stati problemi di sorta.
Funzionalità e cancellazione del rumore
Curiosando tra le varie opzioni dell’app non troviamo molte novità, ma piuttosto cose già viste e addirittura qualche omissione.
Torna “equalizzatore del volume“, che aggiusta le frequenze dinamicamente in base al livello del volume, in modo da assicurarsi che alti, medi e bassi siano ben bilanciati a qualsiasi volume, in particolar modo quelli più bassi, dove può diventare difficile distinguere tutti i suoni in una canzone.
Ci sono però anche delle funzioni mancanti: niente “pompaggio dei bassi” né equalizzatore di alcun tipo, ma almeno quest’ultimo dovrebbe arrivare in autunno. Manca anche l’audio adattivo, che regolava automaticamente il volume in base al livello di rumore circostante, ma considerando che le swipe gesture sugli auricolari funzionano benissimo non c’è grande ragione di sentirne la mancanza.
A proposito delle gesture, queste non solo funzionano bene, ma è possibile personalizzare la pressione prolungata in modo diverso per ciascun auricolare. In questo modo potete assegnare il dialogo con l’assistente Google al Pixel Buds Pro sinistro (ad esempio) e la gestione dell’ANC al destro; o viceversa.
E già che parliamo di cancellazione attiva del rumore, dobbiamo tessere le lodi del lavoro fatto da Google, perché il risultato è molto buono, soprattutto con frequenze basse e regolari (condizionatore, autobus, aspirapolvere ecc.). Non aspettatevi però lo stesso livello di cancellazione del rumore che avreste con delle cuffie circumaurali, ma questo vale bene o male per tutti gli auricolari. Inoltre, per il corretto funzionamento dell’ANC, è particolarmente importante che i Pixel Buds Pro siano inseriti correttamente, ed a questo proposito può essere utile la funzione di controllo dell’isolamento, disponibile nell’app, che vi dice appunto se li state indossando nel modo migliore.
Modalità Trasparenza
A fianco della modalità ANC c’è anche la modalità trasparenza. Questa sfrutta i microfoni dei Pixel Buds Pro per rilevare ed amplificare i rumori attorno a voi, in particolar modo le alte frequenze (voci, sirene, ecc.) così che non vi perdiate un dialogo o un avviso importante. L’elaborazione avviene tutta in tempo reale, ed è molto efficace, particolarmente con le voci: dentro la macchina, con i finestrini aperti, potevo sentire chiaramente due persone parlare dall’altro lato della strada di fronte a me (non c’era traffico e la strada era ad una corsia, ma è tanto per darvi un’idea).
Chiaramente, l’ascolto di musica, o altro, con questa modalità attiva risulta compromesso sia in termini di qualità che di resa, ma non è per questo che è stata pensata, quanto piuttosto per brevi utilizzi laddove serva. L’effetto collaterale poi è che in questo modo sentirete le voci così chiaramente (anche un po’ amplificate) che probabilmente potreste parlare ad un volume più alto del necessario.
Chiariamo poi che, se non voleste né ANC né trasparenza, le potete disattivare entrambe. Ed è qui che i Pixel Buds Pro danno il meglio in quanto a qualità audio in ascolto, per di più offrendo anche un discreto isolamento passivo, pertanto non abusate dei controlli sul rumore, tanto più che l’autonomia non ha che da beneficiarne se doveste metterli su off.
Qualità audio
Buona la risposta in frequenza, ben udibile già ai 20 Hz, ma più limitata invece sugli gli alti, che ad orecchio non vanno oltre i 16 kHz. Buono anche l’intervallo dinamico, che arriva fino ad oltre 50 decibel below full scale, ed anche la spazialità dell’audio è di buon livello, per quanto il vero supporto all’audio spaziale arriverà solo nei prossimi mesi.
L’ascolto è pulito a tutte le frequenze, senza disturbi udibili né sui bassi, né sui medi-alti, a tutti i livelli di volume. I bassi sono chiari, ben distinguibili, e non eccessivamente pompati (per quanto ribadiamo che non c’è alcuna regolazione software, al momento, che consenta di personalizzarli), e lo stesso vale per i toni più alti, che non giungono troppo staccati dal sottofondo, ma hanno comunque una loro identità, per quanto meno pungenti di quanto avremmo pensato, soprattutto sulle voci.
Stiamo cercando un po’ il pelo nell’uovo, sia chiaro: i Pixel Buds Pro suonano molto bene, all’altezza di quanto ci si aspetterebbe da auricolari di questa fascia. Dovessimo puntare il dito contro qualcosa sarebbe appunto una lieve predominanza dei bassi, ma non perché siano eccessivi, quanto piuttosto per carenze degli alti.
Attivando la cancellazione del rumore non cambiano le impressioni generali, ma c’è un minimo appiattimento generale, che comunque è perfettamente nella norma e non compromette l’esperienza di ascolto. Tra l’altro se attiverete l’ANC significa che sarete già in un luogo difficoltoso, ed i benefici superano di gran lunga gli svantaggi. Segnaliamo inoltre che risulta comodo anche l’uso prolungato della cancellazione, senza quell’effetto di vuoto nell’orecchio che potrebbe dare fastidio.
Ogni tanto però un po’ di ritardo audio si presenta. Non si tratta di auricolari a bassa latenza, è tutto relativamente nella norma, ma è comunque un po’ fastidioso guardare un video in cui il labiale non sia sincronizzato con l’audio. Ripeto che non succede spesso, ma è comunque capitato.
Un aspetto del quale siamo rimasti un po’ delusi è invece quello dell’audio in chiamata. I microfoni dei Pixel Buds Pro fanno un buon lavoro di pulizia dai rumori di fondo, ma la voce che ne risulta è a volte un po’ gracchiante e metallica, come se mancassero delle frequenze, probabilmente a causa proprio della “pulizia” troppo aggressiva da parte degli algoritmi di Google. In una stanza silenziosa il problema non si presenta in modo fastidioso, ma se ci sono un po’ di rumori ed il software prova a pulirli ecco che il vostro interlocutore potrebbe udirvi in modo non troppo pulito.
Peccato che non ci sia alcuna voce nelle impostazioni per tarare questa funzione, né tantomeno per disattivarla, e va presa quindi così com’è. Anche in questo caso la speranza, essendo una cosa puramente software, è che un aggiornamento futuro possa regolarla meglio. Abbiamo fatto una rapida registrazione in una strada trafficata tramite il registratore di Google per darvi un’idea: il risultato è sinceramente tra i peggiori mai avuti con i Pixel Buds Pro, quindi prendetelo come il caso pessimo dal quale si può solo migliorare.
Assistente Google e Modalità Traduttore
Come su tutti gli auricolari Google, avete la possibilità di parlare con l’assistente di casa, non solo nel modo “classico”, ma anche con alcune funzioni esclusive proprio per i Buds. Ad esempio, nel caso doveste ricevere una notifica di un certo tipo sul telefono, un piccolo suono vi avvertirà che basta un tap sull’auricolare per farsela leggere (ed eventualmente rispondere). Al momento Assistant supporta le app di messaggistica (WhatsApp, Telegram, SMS, ecc.), email, eventi di calendario, aggiornamenti sul traffico e su eventuali voli aerei.
In qualsiasi momento potete tenere premuto il tasto dedicato e l’assistente vi dirà l’ora esatta e vi leggerà tutte le notifiche in sospeso, oppure potete usare i comandi vocali, casomai aveste le mani occupate. Potete chiedere di riprodurre musica, regolare il volume, inviare messaggi, fare domande, ascoltare le notizie ed anche ottenere indicazioni tramite Maps, tutto a portata di orecchio.
C’è poi, come sui precedenti Buds, l’interazione con Google Translate, in particolare con la modalità conversazione, che traduce e legge in una lingua straniera ciò che direte in italiano (e viceversa), e poi vi farà ascoltare la risposta (sempre in italiano) con i Pixel Buds Pro. Per farlo verrà aperta l’app di Google Traduttore sullo smartphone, che è meglio quindi avere a portata di mano per mostrarlo anche al vostro interlocutore. Si tratta di una modalità sempre presente nell’app, che però con gli auricolari è più comoda da usare.
Pixel Buds Pro vs Pixel Buds A
Al netto delle differenze estetiche e di vestibilità (sono entrambi comodi, ma alla lunga preferiremmo i Pixel Buds Pro), o di autonomia (i Buds Pro fanno più del doppio dei Buds A – senza ANC), ci sono anche differenze funzionali tra i due auricolari di Google, e non tutte a vantaggio del modello più costoso.
In entrambi gli auricolari è presente il supporto dell’Assistente Google e della traduzione cui abbiamo accennato prima, così come della funzione per ritrovare gli auricolari persi, che li farà suonare (nei limiti delle capacità dei loro speaker) per aiutarvi a ritrovarli. Il rilevamento in-ear è presente su entrambi, anche se con una collocazione diversa nelle impostazioni, e di fatto serve ad interrompere la riproduzione qualora doveste togliervi gli auricolari.
I controlli touch sono presenti su entrambi, ma sui Pixel Buds Pro sono più utili: in particolare possiamo regolare il volume (cosa non possibile tramite gesture sui Pixel Buds A), e decidere quale dei due auricolari servirà a parlare con l’Assistente, e quale per regolare l’ANC.
L’equalizzatore del volume, che migliora le frequenze di alti e bassi ai volumi più bassi, è presente su entrambi, ma sui Pixel Buds A abbiamo anche il suono adattivo, che alza o abbassa da solo il volume in base al rumore ambientale, e c’è pure la possibilità di regolare l’intensità dei bassi, assente sui Pixel Buds Pro.
Infine, esclusiva dei Pixel Buds Pro, sono la connettività multipunto con cambio automatico di dispositivo, e la funzione di controllo isolamento degli inserti, che abbiamo già illustrato in precedenza.
Non cambiano i codec supportati: AAC ed SBC per entrambi, visto che anche i Pixel Buds A sono dotati di Bluetooth 5.0.
Autonomia
L’autonomia dichiarata da Google è molto vicina a quella reale, ed è una buona autonomia, decisamente superiore alla media degli auricolari true wireless, sebbene non sia certo la migliore in assoluto.
Con ANC attivo farete circa 7 ore di ascolto (anche qualcosina di più). Alternando un po’ di pause potete arrivare a coprire l’intera giornata lavorativa, sempre che abbiate voglia di portare degli auricolari per 8 ore al giorno. Disattivando la cancellazione del rumore si raggiungono anche le 11 ore. Con la custodia potete ricaricare un paio di volte le cuffiette, triplicando di fatto questi valori.
Segnaliamo infine che il livello di carica dei due auricolari scende in modo piuttosto omogeneo, anche se 2-3 punti percentuali di scarto sono sempre possibili.
Prezzo
I Pixel Buds Pro costano 219€, una cifra piuttosto importante, che li mette in competizione con AirPods, LinkBuds (S) di Sony ed in generale con il mercato degli auricolari di fascia alta. Il precedente tentativo di Google intorno a questo prezzo non è andato molto bene (parliamo dei primi Pixel Buds true wireless, ora introvabili), tanto che i successivi Pixel Buds A sono stati lanciati a 99€, e per quanto i Buds Pro offrano molto più dei Buds A, è difficile giustificare che costino più del doppio. Già a 199€ avrebbero fatto un effetto diverso.
Si svaluteranno rapidamente? Sullo store di Google gli sconti sono cosa abbastanza rara, e ciò si ripercuote anche sui distributori di terze parti. Speriamo che possa esserci qualche buona offerta a breve, ma al momento i Pixel Buds Pro non sono un acquisto che consigliamo ad occhi chiusi. Per rimanere sempre aggiornati sulle offerte del momento, vi consigliamo di iscrivervi al nostro canale Telegram: è gratuito, le notifiche sono personalizzabili, e oltre 50.000 utenti ci hanno già dato fiducia. Il pulsante per raggiungerlo è subito qui sotto, prima della carrellata dei Pixel Buds Pro su Amazon.
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I Pixel Buds Pro sono senz’altro dei buoni auricolari, che coniugano bene alcune delle funzioni più richieste su dispositivi di questo tipo: comodità, cancellazione del rumore, autonomia e qualità audio. Peccato però che ci sia anche qualche difetto a minare il giudizio complessivo: dall’assenza di codec importanti, ai microfoni sottotono, passando per quel fischio che non doveva nemmeno esserci. Qualcosa potrà cambiare con aggiornamenti futuri, qualcosa no. Speriamo che nel frattempo si abbassi anche il prezzo, perché di certo non è per quello che li sceglierete.
Sommario
Unboxing 6.5
Specifiche e Codec 8
Esperienza d’uso 8.5
Autonomia 8.5
Prezzo 6.5
Voto finale
Pixel Buds Pro
Pro
ANC efficace
Comodi, anche a lungo
Autonomia sopra la media
Buon audio
Controlli touch affidabili
Contro
Prezzo di lancio
Fischiano se li aggiusti (con ANC)
Bluetooth fermo alla 5.0
Microfoni non esaltanti
Alcune funzioni mancanti