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Più che un miracolo, un lavoro di squadra, con formazione inedita. Quando per un paziente del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria è individuata una compatibilità per un trapianto di midollo osseo, a rintracciare il donatore sono stati i carabinieri.
Dieci anni fa, aveva manifestato la propria disponibilità a donare il midollo, spesso unica strategia per combattere diverse forme di leucemia e altre patologie onco-ematologiche. Di lui però si erano perse le tracce, ai numeri di contatto che aveva lasciato all’epoca non rispondeva più nessuno. Un incubo per il paziente che su quel trapianto contava per avere una chance di guarigione.
Trovare un donatore compatibile è estremamente difficile, anche i familiari stretti non è detto che lo siano. Secondo le statistiche, ci sono solo il 25% di possibilità che un parente sia compatibile e appena 1 su 100.000 tra i volontari iscritti ai registri mondiali. Ecco perché rintracciare quel donatore era fondamentale per i medici dei reparti di Tipizzazione Tissutale e del centro trapianti era fondamentale. E in tempi stretti.
Di fronte all’urgenza e all’impossibilità di contattare il donatore, una delle biologhe ha chiesto aiuto ad un amico carabiniere. Non era in servizio, ma subito si è messo al lavoro: in pochi minuti il donatore è stato rintracciato e contattato e subito lui ha confermato la propria disponibilità a dare il via alle procedure necessarie per il trapianto.