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Regionali liguri, rimangono il nodo Iv e i paletti di Calenda. E Orlando punge Renzi: “Alla coalizione manca il centro, ma serve anche coerenza..”

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L’obiettivo c’è, più o meno dichiarato, ed è chiudere una volta per tutte la partita coalizione ligure entro le 18 di domenica, quando la segreteria del Pd Elly Schlein salirà sul palco della Festa nazionale de l’Unita’ di Reggio Emilia per chiudere la manifestazione e lanciare la campagna d’autunno, i prossimi mesi in cui si punterà su tornata regionale e i guai del governo.

Al momento, però, nella costruzione del campo largo ligure atteso sulla scheda elettorale delle prossime Regionali il nodo centristi rimane. Soprattutto in quota Italia Viva, in parte in quota Azione, dove la riunione romana dei parlamentari di ieri aveva tra i punti di discussione proprio la forma da dare al sostegno del partito di Carlo Calenda alla coalizione ligure, e da dove è arrivata la conferma della «volontà di chiudere l’accordo».

Ecco il perché dell’avvertimento arrivato ieri sera dal candidato presidente Andrea Orlando («Sulla mia candidatura si è trovata la convergenza di molto forze, non di tutte, non c’è nessuna riserva ma c’è una coalizione che sta discutendo su qual è la figura che può unire di più e allargare di più ed è giusto rispettare quel lavoro, ma anche sollecitare che quel lavoro si concluda rapidamente»), ecco perché alla macchina organizzativa del campo, nel Pd come in M5s, Avs e nelle liste di sinistra in Regione, è già arrivato l’«Avanti tutta» verso la campagna elettorale, a prescindere dalla quadra ancora da trovare al centro.

In casa Pd, in particolare, pure in quota minoranza, dove il tema del ricongiungimento con le ali riformiste perse per strada è più “sentito”, il pensiero prevalente è uno. «Abbiamo preso la rincorsa con la nomina del candidato presidente, ora non possiamo davvero più fermarci: altri rallentamenti sarebbero incomprensibili, davanti a un centrodestra in crisi», fa capire un dirigente regionale dem, tra i tanti impegnati in queste ore a tessere la tela con alleati e possibili alleati.

Come a dire insomma che la linea è stata dettata, ormai, e eventuali nuove giravolte di Calenda e (soprattutto) Renzi non sarebbero problemi delle forze del campo. E gli sforzi di fondo andrebbero dedicati a tutto il resto, insomma, a prescindere dall’incertezza sulle alleanze: assetti, candidature, liste elettorali. Per prime le tre civiche in costruzione direttamente legate al candidato presidente.

Già in lavorazione le liste dei diversi partiti, non senza le inevitabili tensioni del caso, nel Pd e non solo, è del resto proprio dalla composizione delle liste del presidente che passerà la soluzione del nodo centrista in Liguria.

A supportare la candidatura di Andrea Orlando, sulla scheda, saranno tre liste civiche. Una, quella più strettamente legata al candidato presidente, composta per lo più da figure di livello della società civile, come l’ex assessore regionale allo Sport Matteo Rossi, da qualche anno fuori dalla politica. Un’altra di sindaci e amministratori di piccole amministrazioni del territorio (tra questi, Simone Franceschi e Paola Negro, sindaci di Vobbia e Pieve Ligure). Un’altra, ancora tutta da allestire, di forze moderate: una lista per “allargare” al centro, con dentro esponenti di partiti e non solo. Quella a cui ancora manca una forma, di fatto, ancora incagliata sull’incompatibilità tra Azione e Italia Viva, gli alleati “sospesi”. Davanti alla quale, ieri, lo stesso Orlando dalla festa nazionale del partito a Reggio Emilia ha mandato nuovi messaggi, battendo il tempo alla coalizione.

«Si parla della mia candidatura da molti mesi, c’è stata una convergenza di molte forze ma non di tutta la coalizione, bisogna vedere se si determina o se invece trovare una figura in grado di produrla». Solo un avvertimento, una “sollecitazione”, in realtà, ma con destinatari precisi.

«Non c’è nessun nodo da sciogliere, in realtà, non vedo impossibilità né programmatiche, né politiche – è il pensiero di Orlando – Io naturalmente sono solo un pezzo del ragionamento. Il ragionamento più complessivo lo devono fare le forze politiche che invito ancora una volta a procedere con una certa rapidità perché non va sottovalutato quello che è accaduto in Liguria che non è solo una vicenda di carattere giudiziario».

«All’accordo ligure manca una componente di centro che credo debba trovare un suo spazio e un suo equilibrio e che credo debba dare un contributo. In una fase di ricostruzione di una democrazia che si è ammalata non è tanto il problema di quanti voti porta ciascuno, ma che tutte le componenti culturali che compongono il centrosinistra possano avere un ruolo fondamentale».

E poi, ancora, sul ritorno di fiamma con gli ex compagni di partito. «La stagione di Renzi è stata una edizione tardiva delle terza via, quando nel resto d’Europa si metteva già in discussione. Io non sono interessato ai pentimenti, ma a una discussione seria su cosa fare: Il tema fondamentale, e su questo dovremmo fare la discussione, non sulle interviste estive o le partite di calcio, è: siamo vicini o siamo lontani sulle cose da fare? Se ci si litiga su quel terreno la gente ci capisce, sennò non ci capisce più nessuno. Certo serve anche coerenza, se ti allei da una parte con la destra non ti puoi alleare con la sinistra da un’altra parte, ma questa è la logica basica».

Se l’intesa con Iv è ancora tutta da trovare, e continua a essere un punto interrogativo l’addio alla giunta Bucci a Genova degli esponenti renziani della giunta, la posizione di Calenda, in tutto questo, è invece nota. Ecco perché nel Pd si conta di chiudere almeno con lui entro domenica.

«Sarà la milionesima volta che spiego che non siamo nel campo largo, non possiamo agitare nessuno. Scriverei “state sereni” ma viste le nuove frequentazioni di Schlein sarebbe indelicato farlo», pungeva ieri sul tema l’ex ministro. Ma da parte sua rimane la volontà di far parte della coalizione, e sono già stati presentate «le condizioni» per chiudere l’accordo: una campagna non giustizialista, una visione condivisa sul tema infrastrutture, nessuna preclusione sugli inevitabili rapporti istituzionali che la Regione dovrà avere su certi temi con il sindaco Marco Bucci a Genova. «Abbiamo già elaborato una piattaforma che parla del futuro della Liguria e non dei processi di Toti», è il messaggio che ha mandato sul tema Orlando ieri, non per caso.

Il grande punto interrogativo, così, rimane la sola convivenza con Iv. Anche perché, tra gli esponenti locali di Azione, c’è chi lo dice con nettezza: «Non faremo in nessun modo da paravento ai candidati renziani». La terza lista a sostegno del candidato presidente, insomma, è ancora tutta da costruire.

 

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