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Piazza blindata ma non troppo, Giardini del Massimo – esclusivo caffé del teatro – pieni per metà. Fresco di polemica a distanza con Giuseppe Conte, Matteo Renzi arriva in serata a Palermo. A dispetto delle possibili contestazioni, anche violente, da lui stesso paventate dopo essere stato invitato da Conte a “presentarsi in piazza senza scorta e affermare di voler abolire il reddito di cittadinanza”, non ci sono state. La polemica invece continua. “Quello che non posso accettare è che un ex premier minacci fisicamente un altro presidente del Consiglio. Questo è un linguaggio di stampo minatorio e, persino, politico-mafioso”, dice ai cronisti prima e al pubblico poi. Ma nel mirino dell’ex sindaco di Firenze finisce anche Roberto Scarpinato, l’ex procuratore generale di Palermo, candidato al Senato in Sicilia e Calabria. “Conte parla di antimafia e di legalità. Io quando penso a Roberto Scarpinato penso alle pagine di Luca Palamara su di lui, e nessuno ne parla. Penso al sistema Montante, alle raccomandazioni per quei magistrati. Noi non prendiamo lezioni di antimafia da chi come Roberto Scarpinato ci ha nascosto il suo rapporto speciale con Antonello Montante”.