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Renzi: “Contro di me in manovra una norma sovietica”

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“A Natale solo un pensiero di pace per tutti, di grande affetto e di vicinanza a chi soffre, a chi è più fragile a chi ha bisogno di aiuto”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, prima della discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeodel 19 e 20 dicembre. “Speriamo – prosegue – che tutte le istituzioni almeno a Natale, senza polemiche facciano ciascuno la propria parte per aiutare l’Italia e i cittadini. Buon Natale a tutti”.

Renzi: “Contro di me in manovra una norma sovietica”

Tra i primi a prendere la parola, il leader di Italia viva Matteo Renzi, che sottolinea le contraddizioni della maggioranza sulla Commissione europea: “Presidente Meloni negli ultimi sei mesi avete sottolineato come chi si sia schierato contro la nomina di Raffaele Fitto sia anti-italiano – afferma -. Allora Matteo Salvini è anti-italiano o no avendo lavorato contro la commissione von der Leyen-Fitto?”. L’ex premier punzecchia ancora Meloni sulla manovra. “Per la terza volta arrivate con il superamento del bicameralismo paritario – spiega -, senza riforma e senza referendum. Saggio, per la mia esperienza personale, ma leggermente incostituzionale”.

Conversando poi con i cronisti, l’ex premier parla della cosiddetta norma anti-Renzi. Norma che prevederebbe per i membri del governo, insieme a presidenti di Regione e Province e parlamentari italiani, il divieto di accettare, durante il mandato, incarichi che comportino un compenso da paesi extra-Ue. In manovra, spiega Renzi, “hanno fatto una norma sovietica alla sudamericana, peraltro contro un partito del 2%: io la prendo alla fiorentina, rido. Questa è una norma evidentemente incostituzionale: viola l’uguaglianza dei parlamentari. Come lo giustificano? Dovremmo fare una norma che lo stipendio ai parlamentari viene dato in base alle presenze in Aula. Io ho il 54% di presenze, più di tanti altri. La legge io la rispetterò, ma chi eleverà le sanzioni a chi non lo farà?”.

Monti alla premier: “Non schiaffeggi chi le ha dato appoggio”

Nel suo intervento, il senatore a vita Mario Monti, rivolge a Meloni una serie di inviti. Ponendo l’accento su alcune dichiarazioni della premier. “Ha sollecitato l’appoggio del sistema Italia nel suo complesso, lo ha avuto e non capisco perché ora senta il bisogno di schiaffeggiare alcuni di coloro che l’appoggio l’hanno dato con critiche retrospettive e sinceramente false: ‘Finalmente l’Italia ha un ruolo degno di nota’ oppure ‘Mai l’Italia aveva avuto una posizione così importante nella Commissione europea”. Mi permetta – prosegue Monti – lei nuoce a se stessa con queste reazioni anche nel momento del trionfo” perché “una componente essenziale del successo della politica di un Paese nell’Unione europea, consiste nel portare quel Paese unito nell’Europa e nelle sue articolazioni”.

Monti poi, parlando del legame tra Meloni ed Elon Musk, afferma: “Credo che la personalità che i cittadini hanno eletto per governare deve rispettare il potere pubblico che gestisce, mai dando l’impressione un po’ provincialistica di trarre soddisfazione dal plauso dei potenti”, e soprattutto si deve evitare “la privatizzazione del potere, come è stata sottolineata ieri dal presidente della Repubblica con parole misurate: se si dà l’impressione di erigere un privato, un grande genio come Elon Musk, a una forma di protettorato morale del nostro Paese c’è una perdita di dignità dello Stato”.

Malpezzi (Pd): “Meloni spinga Trump a non cambiare linea sull’Ucraina”

Critica la senatrice del Pd, Simona Malpezzi, che rivolgendosi alla premier dice: “Presidente, lei è stata definita recentemente la leader più potente dell’Europa: sta a lei dimostrare se usare il potere come sostantivo o come verbo. C’è una bella differenza. Invece di arrabbiarsi con il presidente Prodi, coniughi quel verbo con presidente eletto Trump, lo spinga a non cambiare posizione su quella che è stata la linea che gli Stati Uniti hanno mantenuto finora sull’Ucraina”.

 

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