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Riconvertire i centri migranti a Shengjin e Gjader e farne istituti carcerari per i detenuti albanesi attualmente nei penitenziari italiani. L’idea è del leader di Italia viva Matteo Renzi, che la rilancia su X: “L’opposizione deve fare proposte, non può solo criticare. E allora io voglio fare la mia parte, sulla vicenda del centro migranti in Albania. La Meloni – scrive l’ex premier – spreca quasi un miliardo di euro per un progetto che non sta in piedi. Quel centro migranti non si farà mai. Ma ormai i soldi sono stati spesi. La mia proposta è semplice: mettiamo nel centro migranti i circa duemila detenuti albanesi che sono oggi nelle carceri italiane. Riduciamo così il sovraffollamento. Abbassiamo i costi”.
Renzi ha parlato dell’ipotesi all’emittente Syri.tv, che quattro giorni fa ha mandato in onda un’inchiesta sui poliziotti italiani a Shengjin, ritratti fra saune e gite turistiche: “La scorsa settimana – aggiunge il leader di Iv – la trasmissione albanese Piranjat ha mostrato cosa fanno davvero i poliziotti in Albania: ho fatto un’intervista alla giornalista autrice dello scoop, che andrà in onda domanda”.
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I due centri in Albania, per i quali il governo ha speso oltre 800 milioni di euro, al momento sono vuoti. Le strutture avrebbero dovuto ospitare i migranti senza i requisiti per richiedere l’asilo in Italia, da rimpatriare dopo aver esaminato le domande con una procedura accelerata. I tribunali italiani, però, finora non hanno mai convalidato i trattenimenti, in attesa che la Corte di Giustizia Ue si pronunci definitivamente su come debbano essere considerati i Paesi sicuri.
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La maggioranza, invece, non indietreggia sul progetto. “Sui centri migranti in Albania – ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa in occasione del tradizionale scambio di auguri di fine anno con la stampa parlamentare – credo che il modello sia un modello che oggi viene studiato e applicato in diverse parti del mondo. Che la tecnicalità giuridica consenta a più magistrati di statuire che il percorso si scontra con norme di legge europea, è una valutazione su cui si possono avere dubbi e critiche. Il Parlamento – ha concluso il presidente di Palazzo Madama – può solo trovare rimedio nel cambiare il rapporto tra ciò che desidera e ciò che ha scritto: cioè cambiando la legge. Oppure facendo i ricorsi”.