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Alla fine l’estate militante nel campo della maggioranza di governo è stata quella del segretario di Forza Italia Antonio Tajani, che oggi si presenta al vertice con Giorgia Meloni e Matteo Salvini dopo aver trascorso giorni agostani a distinguersi dalla linea di destra-destra impressa alla coalizione dai due. E anche ieri, da Bruxelles dove era impegnato per il Consiglio informale degli esteri, il vicepremier berlusconiano non ha mancato l’occasione di far saltare dalla sedia salviniani e meloniani ribadendo l’intenzione di sostenere lo Ius scholae e una riforma per alleggerire l’affollamento nelle carceri. Il tutto dopo aver chiesto nei giorni scorsi di fermare l’Autonomia differenziata.
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Dopo un inizio di governo silente, con molti che lo descrivevano come il più appiattito sulla linea tracciata dalla premier Meloni, Tajani improvvisamente ha iniziato a parlare quasi gonfiando il petto. Grazie al buon risultato delle Europee, con Forza Italia che ha superato la Lega, ma anche per i messaggi arrivati dai figli di Berlusconi che hanno chiesto un cambio di passo sul tema della difesa dei diritti ma non solo: per far tornare il partito il riferimento del mondo moderato orfano del padre.
Ed eccolo qui, il nuovo Tajani, che alla vigilia del vertice tra i leader del centrodestra ribadisce di voler sostenere la riforma invisa a Lega e FdI: «Del diritto di cittadinanza parleremo alla riapertura dell’attività parlamentare con i gruppi di Forza Italia, ma credo che si potrà lavorare per presentare una proposta di legge che corregga alcune», dice, aggiungendo che «la concessione della cittadinanza» andrebbe data «ai giovani che hanno completato il corso di studi con successo…con successo ribadisco».
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Per dare una idea del clima che lo attende oggi con Meloni e Salvini sullo Ius scholae basta vedere le reazioni a caldo: «Noi ribadiamo il nostro no, Salvini è stato abbastanza chiaro», dice il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. «Non è una priorità, noi pensiamo che in questo momento dovremmo occuparci di altre cose», aggiunge il vicecapogruppo di FdI al Senato Raffaele Speranzon.
Ma Tajani ormai si sente sostenuto da Arcore e oggi a Palazzo Chigi è pronto a rilanciare anche altre proposte di Forza Italia in vista della manovra economica. Proposte che non saranno messe lì sul tavolo tra le tante, ma che il segretario azzurro chiederà che vengano inserite nella legge di bilancio davvero: dall’innalzamento delle pensioni minime a un fondo per agevolare i mutui sulla prima casa alle giovani coppie passando per la garanzia a prestiti per le start-up che hanno difficoltà di accesso al credito per i criteri restrittivi delle banche.
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Un segretario battagliero, insomma, carico dopo un agosto in campo che ha visto tutti i dirigenti azzurri parlare di Ius scholae e di un alleggerimento delle carceri: «Abbiamo posto anche questo tema e andremo avanti», dice Tajani che poi, forse per dare anche la carota ai sovranisti Meloni-Salvini polemizza a Bruxelles per la scelta di non convocare il Consiglio informale degli esteri a Budapest come voleva il presidente di turno e sovranista Viktor Orbán: «Io ero contrario ad organizzarlo qui e non nella capitale ungherese, lo ha deciso Josep Borrell».
Parole che provocano la reazione del Partito democratico: «Ci isola, assicurare sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina significa proteggere l’Europa », dice l’eurodeputata dem Pina Picierno. Oggi comunque si vedrà quanto l’estate militante di Tajani sia stata davvero un inizio e non solo un abbaglio.
