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ROMA — C’è una parola che spaventa l’Italia in queste ore: emulazione. L’attentato di Magdeburgo, la lucida follia di Taleb Al Abdulmohsen, non è l’episodio di una raffinata strategia del terrore come accadde nel 2015: si tratta invece di un atto isolato, nato in circostanze in un certo senso irripetibili (anche per via delle sottovalutazioni della polizia tedesca).