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Roma, a fuoco l’impianto dei rifiuti di Malagrotta. Allarme diossina, asili chiusi nel raggio di 6 chilometri. Gualtieri: “Raccolta a rischio”

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L’allarme per la salute dei cittadini. L’emergenza per la raccolta dei rifiuti. Sono gravissimi i danni provocati dall’incendio che ha distrutto l’impianto Tmb di Malagrotta di proprietà della società E.Giovi, all’estrema periferia Ovest della Capitale. Le fiamme sono divampate alle 17.38 di mercoledì e hanno divorato il capannone accanto al gassificatore in disuso. Poi il rogo si è spostato verso la seconda linea dell’impianto. A prendere fuoco è stato il cosiddetto cdr, il combustibile da rifiuti risultato della lavorazione dell’immondizia. Ama – la municipalizzata dei rifiuti – ha bloccato i conferimenti di spazzatura e non è chiaro quando riprenderà: riparte quindi l’incubo immondizia per la Capitale. Stamattina è prevista una cabina di regia tra Comune, Ama e gli altri operatori.

Ma non c’è solo il nodo della spazzatura. Dopo aver pregato chi abita entro un chilometro dal complesso di tenere chiuse le finestre e non accendere i condizionatori d’aria, il Comune ha preparato un’ordinanza che imporrà una nuova serie di precauzioni ai romani. Tra le misure decise c’è soprattutto la chiusura di nidi e scuole dell’infanzia nel raggio di sei chilometri a causa del rischio che l’aria, dopo l’incendio, sia carica di diossina. I dettagli sono allo studio, l’amministrazione capitolina si muoverà concordando ogni mossa con il Servizio di igiene e sanità pubblica della Regione. L’assessore regionale ai rifiuti, Valeriani, ha detto: “Si tratta di una situazione grave. Ora è fondamentale verificare, grazie all’attività dell’Arpa che è già a lavoro, eventuali effetti sulla qualità dell’aria della zona. Nel giro di 24-48 ore avremo i primi risultati”. Mentre il sindaco di Fiumicino lancia l’allarme: “Ora la nube si sta spostando sulla nostra città”.

Per ora i vigili del fuoco non escludono alcuna ipotesi, neppure quella del rogo doloso. Tanto più che l’incendio di ieri somiglia a quello che ha distrutto un impianto gemello dell’Ama – la municipalizzata dei rifiuti romana – nel 2018 al Salario. Le fiamme hanno interessato tanto il gassificatore, spento dal 2011 ma divenuto nel tempo un luogo di stoccaggio del cdr (il combustibile derivato dai rifiuti prodotto dai tmb e bruciato negli inceneritori) che uno dei due tmb di Malagrotta, il più grande, che tratta ogni giorno fino a 900 tonnellate di rifiuti indifferenziati. L’altro, più piccolo, ne tratta fino a 600.

Non ci sono ancora comunicazioni ufficiali, ma secondo quanto si apprende, il rogo avrebbe seriamente compromesso sia il gassificatore che il Tmb. Tutto il compendio di Malagrotta dal 2018 – di proprietà di Manlio Cerroni – è stato posto dal tribunale di Roma sotto amministrazione giudiziaria, rappresentata dal commercialista Pier Luigi Palumbo, dopo le vicende giudiziarie che hanno interessato il patron di Malagrotta.

Con il più grande tmb di Roma fuori uso (quello di Ama a Rocca Cencia può trattare al massimo 500 tonnellate al giorno di indifferenziato) si riapre cosi prepotentemente per la capitale, lo spettro dell’emergenza.

Gualtieri: “Raccolta di rifiuti a rischio. Finestre chiuse nel raggio di un 1 chilometro”

In tarda serata interviene Gualtieri. “L’incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno signficativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate”, ha fatto sapere il sindaco di Roma. “Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi”.

Il Campidoglio “raccomanda, a titolo precauzionale, alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell’incendio di non sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti; non utilizzare al momento i condizionatori d’aria; in caso di emergenza contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200”. Nella zona interessata dal rogo, spiega il Comune, “sono possibili, a scopo precauzionale, interruzioni di luce, gas e acqua”.

Il Magirus Superdragon per stroncare il rogo

Nelle foto e nei video ripresi dai residenti della Valle Galeria e dall’associazione di protezione civile Giannino Caria si vede una grossa nube di fumo nero e bianco uscire dallo stabilimento. Sul posto i otto mezzi dei vigili del fuoco, che presto saranno raggiunti da un funzionario per stabilire l’esatta entità dei danni e le cause dell’incendio. I veicoli sono diventati 12 con il passare del tempo. Fino all’arrivo del Magirus Superdragon, un mezzo enorme che, sperano i pompieri, potrebbe risultare decisivo per lo spegnimento dell’incendio.

Intanto il  comitato di quartiere ‘Valle Galeria Libera’ sui social ha postato diverse immagini e video della grande colonna di fumo che si alza dal capannone. “Oltre al rischio diossina liberata nell’aria – denuncia il comitato – ci sono i depositi di gas e benzina adiacenti che sono stati allertati. All’interno del capannone sono stoccati rifiuti. I vigili del fuoco dicono di chiudere le finestre o allontanarsi per chi è a circa un chilometro”.

L’impianto tratta fino a 1.250 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, 8.100 alla settimana, ed è uno dei più importanti per la tenuta del ciclo dei rifiuti. Anche se, come sembra, alla fine non dovessero emergere danni ai macchinari, bisognerà capire se la struttura bloccherà la lavorazione dell’immondizia. In quel caso per Roma rischia di aprirsi una nuova fase di passione sul fronte della spazzatura.

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