[ Leggi dalla fonte originale]
Quinta puntata con le risposte alle vostre domande sulla legge elettorale con cui voteremo il 25 settembre. Tra i temi trattati in questa uscita: la crescita di Italexit chi danneggia? La soglia di sbarramento al 10% come funziona? Dubbi, domande o curiosità? Scriveteci a elezioni@repubblica.it
La soglia di sbarramento al 10% per le coalizioni
Renato R. domanda: Devo confessare che mi è poco chiaro il senso ed il funzionamento dello sbarramento al 10% per le coalizioni e gradirei delucidazioni in merito.
Risponde il professor Alessandro Chiaramonte, docente all’università di Firenze
Le liste elettorali che concorrono per aggiudicarsi i seggi proporzionali possono collegarsi in coalizione tra loro a sostegno di candidati comuni nei collegi uninominali. Se lo fanno, la soglia di sbarramento che si applica è pari al 10% dei voti validi a livello nazionale sia alla Camera sia al Senato, purché della coalizione faccia parte almeno una lista che ottiene il 3%.
Se la coalizione riceve più del 10%, partecipa alla ripartizione dei seggi con il totale dei voti delle liste che la compongono e che hanno superato l’1%, ma i seggi che le sono attribuiti sono suddivisi tra le sole liste che hanno superato il 3% dei voti a livello nazionale, oppure se hanno ottenuto il 20% a livello regionale al Senato, o, ancora, se sono rappresentative di minoranze linguistiche. Se, invece, la coalizione non consegue il 10%, le liste di cui è composta partecipano comunque alla ripartizione dei seggi, ma lo fanno come liste singole, quindi solo se superano, ognuna a sé stante, le soglie sopra elencate.
La ragione dell’esistenza di una soglia specifica per le coalizioni, che peraltro era presente anche con la legge Calderoli, è quella di impedire la formazione di coalizioni fittizie. Di impedire cioè che una lista di piccole dimensioni, ma comunque sopra il 3%, possa creare un collegamento “artificiale” con altre liste solo affinché queste, non potendo raggiungere il 3% (ma superando l’1%), riversino su di essa i loro voti e ne incrementino quindi i seggi conquistati. Il riversamento dei voti delle liste minori su quelle medio-grandi di una coalizione, in altri termini, è ammesso soltanto se la coalizione stessa dimostra di avere un consenso sufficientemente ampio, pari o superiore al 10%.
Sondaggi politici e il ruolo di Italexit
Enea M. chiede: se Italexit entrasse in parlamento, toglie seggi al cdx o al csx?
La risposta è duplice. Nel momento in cui un partito supera la soglia di sbarramento, si siede al banchetto del riparto dei seggi, riducendo i seggi disponibili per tutti gli altri, in proporzione ai voti ricevuti. In media, superare il 3% vale – alla Camera – circa 12-14 seggi. Se questi seggi non andassero a Italexit, andrebbero in proporzione ai voti ricevuti dalle varie coalizioni. Quindi probabilmente potrebbe toglierne 6-7 al centrodestra, 3-4 al centrosinistra e diciamo 2 al M5s e 1 al Centro.
Ma c’è un secondo aspetto: se Italexit prende più voti, probabilmente li prende tra gli indecisi che potrebbero votare centrodestra, più che nel bacino del centrosinistra. Quindi si può dire che la crescita di Italexit danneggia tutti i partiti maggiori, ma un po’ di più il centrodestra.
Come funziona il voto all’estero
Michele G. chiede: La ripartizione dei seggi, per la parte proporzionale, sará decisa dal conteggio nazionale per la Camera e regionale per il Senato. Per il voto dall’estero come é definita la “regione”? Conta l’insieme delle circoscrizioni estere (Europa, due per le Americhe e una per il resto del mondo) o ogni circoscrizione conta per sé?
Nel voto all’estero è come se ogni circoscrizione estera fosse una regione a se stante. Riportiamo qui la perfetta risposta del professor Chiaramonte.
I seggi riservati alla circoscrizione Estero sono complessivamente 8 alla Camera e 4 al Senato. Questi seggi sono assegnati in 4 ripartizioni geografiche: 1) Europa; 2) America meridionale; 3) America settentrionale e centrale; 4) Africa, Asia, Oceania e Antartide. A tali ripartizioni spettano, rispettivamente, 3, 2, 2 e 1 seggi per l’elezione della Camera e 1 seggio ciascuna per l’elezione del Senato.
Il sistema elettorale adottato nelle ripartizioni geografiche della circoscrizione Estero è formalmente proporzionale, ma alla luce del numero limitato di seggi da attribuire, è di fatto maggioritario o quasi-maggioritario. Per ciascuna lista che ha conseguito seggi, gli eletti sono individuati in base al maggior numero di voti di preferenza che hanno ricevuto.
I voti dei candidati sconfitti vanno persi?
Antonio Gerardo ci domanda: vorrei cortesemente sapere a chi vanno i voti del candidato che perde nell’uninominale. Mi spiego: TIZIO del partito X vince in un collegio con 50000 voti; CAIO del partito Y nello stesso collegio ne prende 49999 e quindi perde. Bene. Questi 49999 voti ancorché perdenti, vanno contati comunque ai fini della percentuale del partito ? O sono voti che non contano?
Assolutamente sì, contano per la parte proporzionale: vanno ‘persi’ solo nella competizione uninominale.
Votare online dall’estero
Mauro C scrive: all’estero ( io sono un iscritto all’AIRE) ma anche in Italia, alcune volte si ha difficoltà di ricevere i moduli per votare o muoversi per andare a votare quindi, ora che abbiamo lo SPID perché non votare on line? Si abbasserebbero notevolmente anche i costi.
E’ una domanda interessante, ma vale anche per gli italiani in Italia. Diciamo così: il voto online non è previsto da nessuna legge italiana, che continua a ritenere più sicuro il voto con schede fisiche. E non siamo i soli: anche se alcuni Paesi hanno fatto degli esperimenti, come la Norvegia, ma poi sono tornati indietro per i rischi sulla libertà e la segretezza del voto. Tra le grandi democrazie occidentali, nessuna offre questa possibilità. Probabilmente ci arriveremo, ma non siamo ancora lì
Rosatellum, chi lo ha proposto, chi lo ha votato
Valentina C. chiede: chi ha proposto la legge elettorale e da chi è stata votata?
La legge oggi nota come Rosatellum (ma in realtà nel 2017 veniva indicata come Rosatellum bis, perché era la seconda stesura) fu approvata a ottobre 2017. La proposta e la stesura sono stati promossi dal Partito Democratico e in particolare da Ettore Rosato (da cui il nome), allora parlamentare dem, poi uscito insieme a Matteo Renzi e oggi in Italia Viva. Votarono a favore Pd, Forza Italia, Lega Nord, Alternativa Popolare (erano i centristi di Alfano…), Alleanza Liberalpopolare – Autonomie (Verdini e altri) e altre formazioni minori. Si opposero a quella legge elettorale il M5S e gli esponenti della sinistra di Mdp e Sinistra italiana.