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Un attacco frontale, con un titolo tutto in maiuscolo: “Sala Bullo”. Il professor Alessandro Orsini, direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss diventato un personaggio televisivo e divisivo per le sue posizioni sul conflitto in Ucraina, attacca frontalmente il sindaco di Milano Beppe Sala. Che ieri, dal palco del 25 Aprile in piazza Duomo, aveva detto: “Non è possibile essere ambigui fino al punto di dire che i bambini crescono felici sotto il fascismo. Lo andassero a chiedere a Liliana Segre, se era felice da bambina sotto il nazifascismo…”. Un riferimento diretto, anche senza citarne il nome, alle parole di Orsini in studio durante la trasmissione Cartabianca, quando aveva detto “Mio nonno durante il fascismo ha avuto un’infanzia felice”.
Orsini, nuovo scontro a Cartabianca: “Mio nonno durante il fascismo ha avuto un’infanzia felice. Le mamme di Mariupol mi scrivono: italiani fermate la guerra”
di
Valeria Forgnone
Una frase ovviamente contestata da molti, e ripresa da Sala, nel suo discorso alla fine della manifestazione nazionale che ha portato in piazza decine di migliaia di persone. Orsini risponde, il giorno dopo, con un post su Facebook: “Caro Sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel suo discorso del 25 aprile, lei ha affermato che: “Non è possibile essere ambigui fino al punto di dire che i bambini crescono felici sotto il fascismo. Lo andassero a chiedere a Liliana Segre, se era felice da bambina sotto il nazifascismo…”. Il problema è domandarsi se i bambini possano essere felici con un sindaco come lei che strumentalizza l’Olocausto per un applauso. Perché di questo stiamo parlando: della strumentalizzazione dell’Olocausto a fini elettorali”, dice Orsini, anche se in questo momento di elezioni in vista a Milano non ce ne sono e Sala è stato riconfermato sindaco appena pochi mesi fa.
Ma continua Orsini, ormai noto per i suoi toni: “Lo squallore, caro sindaco, è tutto suo. Eviti di citare Liliana Segre per dare forza ai discorsi grotteschi con cui tenta di demonizzare i pacifisti italiani. Citi piuttosto qualche teorico della propaganda fascista e vedrà che si troverà molto più a suo agio. I fascisti sì che erano bravi a demonizzare i pacifisti scatenando l’odio popolare contro di loro. Caro sindaco di Milano, speriamo che una vergogna come lei possa perdere tanti voti e cadere presto dallo scranno. Noi pacifisti replicheremo colpo su colpo ai bulli come lei”.
Da Palazzo Marino Sala non replica, lasciando Orsini al suo pubblico social, quello che sotto il post gli dice “bravo, avanti così”.