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Sedici milioni di italiani hanno problemi di salute mentale e il trend è in aumento: nel 2023 i casi sono stati il sei per cento in più del 2022 e nell’ultimo decennio si sono quintuplicati. Tre diagnosi su quattro riguardano ansia e depressione. Ma c’è una porzione molto alta di persone che non riesce a trovare aiuto: più di due milioni, secondo le stime. È soprattutto di loro che si è parlato in occasione del Giubileo della salute mentale, promosso oggi a Roma dal ministero della Salute e dalla Cei, nella Pontificia Università Lateranense. Un focus specifico che precede il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità in programma sabato e domenica in Vaticano: “La malattia non lascia mai indifferenti, ma ancora di più quando è la mente ad essere coinvolta”, ha detto in un videomessaggio il cardinale Matteo Zuppi, presidente dei vescovi italiani.
Il disagio dei giovani
Il 75% di tutti i disturbi mentali si sviluppa prima dei venticinque anni d’età e circa la metà emerge entro i primi sedici, ha evidenziato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ponendo l’accento sul tema della prevenzione. Il disagio delle fasce più giovani della popolazione, è stato sottolineato, si manifesta nell’aumento dei disturbi alimentari, nell’uso di sostanze e nei comportamenti autolesivi, fino al suicidio. Ma spesso le problematiche si trascinano fino all’età adulta, con differenze importanti tra i generi: secondo il report pubblicato a dicembre dal Ministero della Salute, gli uomini sono più colpiti da disturbi schizofrenici, da abuso di sostanze e da ritardo mentale, mentre le donne mostrano tassi quasi doppi di depressione e disturbi affettivi. “Entro un mese pubblicheremo il piano nazionale sulla salute mentale 2025-2030, mancava da oltre 10 anni”, ha anticipato Schillaci.
Il taglio degli operatori
Per il momento i dati riferiscono che ogni giorno, in Italia, le persone che si presentano in media al pronto soccorso per disturbi mentali sono oltre 1.500, con ventiseimila accessi in più nel 2023 rispetto al 2022 e un aumento di settemila ricoveri nei servizi psichiatrici ospedalieri. Aumentano anche del dieci per cento, passando da 776.829 a 845.040, gli utenti seguiti dai Dipartimenti di salute mentale (Dsm), che però hanno subito un vero e proprio crollo, passando da 183 nel 2015 a 139 nel 2023. Un taglio che si accompagna a un esodo di professionisti, con una diminuzione di circa mille operatori rispetto al 2022, scendendo a 29.114 unità. A livello nazionale, secondo i parametri Agenas mancano circa dodicimila operatori. E intanto aumentano i carichi di lavoro, se si considera che le prestazioni erogate dai servizi territoriali sono cresciute, sfiorando i dieci milioni.
La depressione vale il 4% del Pil
Eppure, è stato riferito nel convegno provando a quantificare in termini economici il tema della salute mentale, ogni anno la depressione e l’ansia rubano al mondo 12 miliardi di giornate lavorative, con un costo di un trilione di dollari. In Italia, questa crisi vale il 4% del Pil. Soprattutto, però, chi ne soffre vede la propria vita accorciarsi di dieci anni. Per questo Zuppi ha invitato a “difendere e non svalutare il nostro servizio sanitario nazionale” e a riaffermarne “la grande importanza e qualità”, insistendo perché “si superino quelle impasse che ostacolano” la possibilità di “una maggiore cura per la salute mentale sul territorio e ovviamente nelle strutture che abbiano sempre al centro la persona”. Lavorando “per la pace interiore di ognuno si depotenziano i conflitti, si mette un tassello fondamentale nella società anche per la grande pace civile e sociale tra i popoli”, ha aggiunto il cardinale. Quindi, ha detto rivolgendosi ai professionisti riuniti per l’evento, “siete costruttori di pace”.