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“Noi chiediamo che la Lega disdica il rapporto con Russia unita”. Qualsiasi saranno gli sviluppi dei dossier degli 007 Usasui presunti fondi di Vladimir Putin ai partiti politici europei ed italiani, con l’obiettivo di inquinare i sistemi democratici occidentali, Enrico Letta chiede un passaggio politico.
“I fatti verranno evidenziati. – precisa il segretario del Pd – Al di là di questa vicenda, è grave che la Lega non abbia disdetto il suo rapporto, il suo gemellaggio con il partito Russia unita, il principale del sistema politico” russo. “Ritengo grave che la Lega mantenga un rapporto con il principale partito russo, con quello che avviene in Ucraina”, aggiunge Letta, che fa riferimento all’accordo siglato nel marzo 2017 dal leader leghista Matteo Salvini e dal rappresentante di Russia Unita, S.V. Zhelezniak. Della durata di cinque anni, e tacitamente rinnovato la scorsa primavera, nel pieno dell’offensiva di Mosca contro Kiev, l’intesa – come si precisa nell’ultimo dei dieci punti – “non è legalmente vincolante ed è solo una manifestazione di interesse delle Parti nella interazione e cooperazione”.
L’accordo contestato ora dal Pd – e a suo tempo dai Radicali italiani – si fonda su un contesto geopolitico, quello del 2017, profondamente diverso da quello odierno, con Mosca isolata nell’Occidente, e parla esplicitamente di “partenariato paritario e confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana”. Inoltre aggiunge di essere fondato “sulla base dei principi di sovranità statale, rispetto reciproco, non interferenza reciproca negli affari interni di ciascuno, partenariato paritario, affidabile e reciprocamente vantaggioso”. Passaggio – quello sulle ingerenze – che suona oggi un po’ grottesco, anche alla luce di provocazioni recenti di esponenti di Russia Unita come l’ex presidenteDmitrij Medvedevcheha invitato gli europei a punire i governinelle tornate elettorali “per la loro stupidità”.
Scambio di informazioni “su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali”. Scambio “di delegazioni di partito a vari livelli”. Creazione di relazioni tra i deputati della Duma di Russia Unita e gli eletti della Lega. Cooperazione nei settori dell’economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi. Questi i punti fondamentali dell’accordo del 6 marzo 2017, che disegnano una collaborazione decisamente approfondita tra il partito di Putin e il Carroccio. Un legame che va valutato nell’ottica dell’opportunità politica, come richiesto dal Pd.
Poi c’è la questione dei presunti fondi del Cremlino, bollata dal leader leghista come “fake news” dal tempismo sospetto. “Mai chiesti e mai presi rubli, dollari o dinari dalla Russia, l’unica cosa che portai da Mosca furono Masha e Orso. Strano che ogni volta a 10 giorni dal voto arrivano queste fake news”, le parole di Salvini. Sulla vicenda, da cui ha preso le distanze sia Giorgia Meloni che il M5S, lo stesso Enrico Letta ha chiesto chiarezza al governo prima del voto. Mentre il presidente del Copasir, l’organo parlamentare di controllo dei servizi segreti, Adolfo Urso (in quota FdI), ha negato di possedere “al momento” informazioni sull’Italia nei dossier degli 007. “Anche se non dovessero venire fuori chi sono i partiti e i candidati che hanno ricevuto questi fondi, l’alleanza mai rotta da parte della lega resta un dato politico gravissimo”, ha dichiarato il deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi.