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Salvini: “Nessun alibi per negarmi il Viminale. Ora sto bene ai Trasporti, vedremo”

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Nega e conferma Matteo Salvini il suo desiderio di tornare al Viminale. Nonostante la chiusura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dalla Lapponia (“C’è un ottimo ministro dell’Interno, siamo contenti del suo lavoro”), il vicepremier continua a lasciare aperta la porta che lo ricondurrebbe al dicastero guidato dal 2018 al 2019. Da una parte dice che sì, ora “al ministero degli Interni c’è un amico, una persona che ha la mia amicizia e la mia fiducia come Matteo Piantedosi” e quindi assicura: “Sto bene dove sto”. Dall’altra, però, ribadisce che “sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della tranquillità e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello a cui tutti non potrebbero che ambire e se qualcuno in passato poteva dire ‘Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro’, adesso questo alibi non c’è più”. Nessun alibi per tenerlo lontano dal Viminale. Tant’è che il discorso sembra tutt’altro che chiuso: “Parlerò con Giorgia e con Matteo, questo governo è una squadra di amici e quindi vedremo”.

A Milano, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, Matteo Salvini replica l’incontro con i sostenitori tenuto ieri a Roma, senza cambiare il copione. Nel menù Viminale, qualche frecciatina a Giuseppe Conte e la giustizia da riformare perché, dice il ministro dei Trasporti, “la responsabilità civile dei giudici che sbagliano e ne devono rispondere personalmente e la separazione delle carriere servono non a Matteo Salvini ma a 60 milioni di italiani”.

Quanto al leader del Movimento 5 stelle, aggiunge, “magari gli manderò gli auguri di Natale, sperando che si ricordi chi sono, perché negli ultimi anni quando veniva a testimoniare magari non sempre mi sembrava che si ricordasse chi eravamo e cosa facevamo insieme, però non porto rancore nei confronti di nessuno”.

A domande dei cronisti, il segretario della Lega esclude che Roberto Vannacci possa essere candidato come presidente in Toscana, fra le regioni al voto nel 2025: “Vannacci – risponde – ha appena preso mezzo milioni di voti per tutelare l’Italia in Europa. Quindi penso che si trovi bene e lavori bene dov’è da pochi mesi. Sicuramente darà una mano alle Lega e ai toscani”.

Per l’anno nuovo, intanto, Salvini va all’attacco degli istituti di credito che “non devono fare carne da macello dei risparmiatori”: “Come Lega apriremo il 2025 con alcune battaglie: uno il diritto al conto corrente bancario per tutti, perché non è possibile che le banche decidano chi vive e chi non vive. Due, stiamo analizzando gli incassi multimiliardari delle società che gestiscono le principali carte di credito. Ormai non vivi se non hai la carta di credito”, ma ”ci sono commissioni incredibili e un sostanziale regime di monopolio”. Per questo, conclude, ”il diritto al risparmio e il diritto alla vita sarà una delle principali battaglie della Lega per il 2025. Troppo spesso le banche fanno le arroganti con chi non se lo può permettere e poi cedono con le grandi multinazionali. Non funziona così. Sono capace anche io a fare l’imprenditore così”.

 

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