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Salvini non molla sull’autonomia: “Sarà realtà nel 2023”. Fini frena: “La fretta è cattiva consigliera”

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La Lega non molla la presa sull’autonomia. “Sono sicuro che dopo 30 anni di battaglie, grazie a un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l’autonomia sarà realtà entro il 2023”. Così Matteo Salvini a Milano in occasione della presentazione dei candidati del Carroccio alle regionali in Lombardia. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha parlato anche delle altre riforme care al centrodestra: “Federalismo e presidenzialismo: noi siamo persone che mantengono la parola data”. “Abbiamo una bellissima squadra in Consiglio dei ministri – ha aggiunto – abbiamo degli amici che a volte partono da presupposti differenti ma trovano sempre una sintesi comune”.

Più prudente Gianfranco Fini, che intervistato a ‘mezz’ora in più’ (Rai3), che frena sui tempi riconoscendo che è “la vera grande questione politica che la maggioranza dovrà affrontare nei prossimi mesi”. L’Autonomia “per la Lega è una bandiera che non può essere ammainata”, va fatta ma “est modus in rebus” e “la fretta può essere cattiva consigliera”, è il “caveat” dell’ex presidente della Camera. “Senza fondo di compensazione – osserva – metteremmo a rischio l’unità nazionale. Si faccia ma con modo perchè la fretta è cattiva consigliera e se la riforma si fa male c’è questo rischio”.

Sull’autonomia è intervenuto anche il governatore del VenetoLuca Zaiain un’intervista al Corriere della Sera. “Questo governo ha l’occasione discrivere la storia. – ha detto Zaia – Di completare finalmente una riforma in grado di rendere un Paese bellissimo e con infinite risorse, moderno come il mondo ormai richiede. Se qualcuno avesse in mente di tirare il freno d’emergenza per fermare la storia, non avrebbe capito che il rischio non è che si avvantaggi un partito o l’altro, ma che l’Italia vada in default”.

Resistenze nella maggioranza? “Se così fosse, davvero non abbiamo capito nulla. – ha aggiunto Zaia – Questa è una riforma che non lascia indietro nessuno, che non penalizza il Sud ma anzi lo chiama alla sfida della modernità, che aiuta i cittadini ad avere le istituzioni più vicine e più efficienti. Detto ciò, in questo governo tutti sono schierati per l’autonomia, non abbiamo alibi. Penso che Meloni sia coerente e di parola, come penso che il presidenzialismo vada portato avanti senza se e senza ma. Però pensare che si possa arrivare a varare assieme l’Autonomia e il presidenzialismo è impossibile. Perché per il secondo serve una riforma costituzionale, la prima è già prevista in Costituzione, e si sono già approvati i tempi di definizione, entro l’anno, dei Livelli essenziali di prestazione. Bisogna solo attuare quello che è previsto”.

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