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Santanchè, resta a Milano il procedimento per truffa all’Inps. La Russa e le dimissioni “Ora valuti”

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Resta a Milano il procedimento in cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè e altre due persone sono imputate di truffa ai danni dell’Inps in un filone dell’inchiesta su Visibilia. Lo ha deciso nella tarda serata di ieri la Cassazione.

La suprema corte ha rigettato la questione di competenza territoriale in favore di Roma sollevata dalla difesa. L’udienza preliminare riprende il prossimo 26 marzo davanti al gup milanese. Oltre alla ministra, rischiano il processo anche il compagno dell’esponente di FdI Dimitri Kunz D’Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo Visibilia, e le due società Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa.

Il legale di Santanchè, Nicolò Pelanda, commenta: “A noi avvocati non è ancora stato comunicato nulla e ci era stato assicurato in tutti i modi (compreso dalla Corte) che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima di essere comunicata a noi. È vergognoso”.

Sulla decisione della Cassazione il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha commentato: “Io credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può darsi che valuti anche su questo, però non l’ho sentita. Certamente anche quello è un elemento di valutazione”. La Russa ha aggiunto: “Meglio evitare la mozione di sfiducia? Le mozioni di sfiducia rafforzano lo sfiduciato quando sono individuali. Questa è la storia del passato, quindi non è quello credo l’elemento di valutazione”.

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di

19 Gennaio 2025

Nell’indagine, coordinata dai pm milanesi Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo – e quindi continuando a lavorare – causando un ‘danno’ di oltre 126 mila euro versati dall’ente pubblico.

Il fascicolo era nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con il compagno della Santanchè e aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo Covid. Uno schema che sarebbe stato replicato per sei ex dipendenti di Editore e altri sei di Concessionaria. Accuse da cui, nei mesi scorsi, la senatrice di Fratelli d’Italia si era difesa in Parlamento.

 

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