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Sassari, nuora infedele svuota il conto della suocera: condannata

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Le aveva affidato le password del suo conto corrente bancario, permettendole di installare la applicazione “smart” del Banco di Sardegna sul suo telefono cellulare, in modo da poter gestire autonomamente pagamenti e bonifici dell’attività. Ma in meno di dieci mesi, prima di essere scoperta, una 25enne di Valledoria ha svuotato il conto dell’ex suocera che – anche dopo la fine della relazione tra la giovane e suo figlio – aveva lasciato, fidandosi ciecamente di lei, la gestione del suo conto corrente, alla ragazza che aveva accolto in casa come una figlia.

44mila euro sottratti

Tra aprile del 2022 e gennaio del 2023 la 25enne è riuscita a trasferire poco più di 44mila euro sul suo conto, da quello dell’attività dell’ex suocera, una 65enne di Valledoria che gestisce una casa di riposo per anziani. Trentuno bonifici diluiti in dieci mesi, per trasferire i soldi – destinati ai pagamenti dei dipendenti e dei fornitori dell’ospizio – sul conto bancario della 25enne, che per due anni aveva convissuto con suo figlio.

La scoperta e la denuncia

Insospettita dalle lamentele di alcuni dipendenti che venivano pagati meno, la sessantacinquenne ha controllato i conti scoprendo gli ammanchi e così ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. La 25enne è stata rinviata a giudizio e processata per appropriazione indebita. Nonostante al richiesta di condanna da parte del pubblico ministero Angelo Beccu, il giudice Giancosimo Mura ha concesso alla giovane, incensurata, la misura alternativa della “messa alla prova”.

Lavori socialmente utili

La 25enne dovrà svolgere lavori socialmente utili e non commettere altri reati per almeno sei mesi, poi potrà chiudere tutta la vicenda pagando un risarcimento di soli 1000 euro all’ex suocera. Nel corso della prossima udienza, fissata per il 10 giugno del 2025, il giudice valuterà il percorso seguito dall’imputata ed emetterà la sentenza. La procura potrebbe però opporsi alla decisione e fare ricorso, chiedendo che venga processata e che risarcisca il danno. Richiesta che al giudice era già stata avanzata dall’avvocato Nino Cuccureddu. «La sottrazione di tali ingenti importi – spiega il legale della 65enne – ha comportato come diretta conseguenza, una crisi di liquidità aziendale che ha costretto e sta ancora oggi costringendo la casa di riposo a ritardare alcuni pagamenti, tra essi anche gli stipendi dei dipendenti. Con il concreto rischio che possa subire azioni giudiziarie tali da porre in pericolo la sopravvivenza dell’azienda e, conseguentemente, il posto di lavoro di oltre 20 dipendenti».

 

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