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ROMA – Rischia di ritrovarsi senza più alleati, Enrico Letta. Il nuovo incontro con Azione e +Europa non è andato bene e il patto elettorale firmato martedì è tornato in bilico. Mentre i rosso-verdi non hanno ancora sciolto la riserva: si attende il voto dell’assemblea nazionale di Sinistra italiana che stamattina dovrebbe dare via libera all’intesa con il Pd. Il quale, almeno questa, la dà però per fatta. Merito dell’assist lanciato dagli ecologisti di Angelo Bonelli, che il loro ok l’hanno deliberato ieri, definendo “non percorribile” il dialogo con il M5S.
È stato un autentico venerdì nero per il centrosinistra. A dispetto degli sforzi compiuti da Letta e dell’ultimo sondaggio che dà il Pd primo partito e quelli della coalizione in crescita, il cantiere progressista somiglia sempre di più all'”Asilo Mariuccia”. Un posto dove tutti se la prendono con tutti, a colpi di insulti e reciproche derisioni, rigorosamente social. Protagonista indiscusso:Carlo Calenda. Che reagisce, a modo suo, alle frecciate ricevute da quelli che dovrebbero essere suoi alleati. Con il ministro degli Esteri comincia lui, in realtà: “Della sorte di Di Maio, D’Incà, Di Stefano e compagnia non ce ne importa nulla. Decidete” twitta rivolto ai Dem. Di Maio non ci sta e subito ribatte: “Dopo essere partito dal grande centro, Calenda è diventato un “gregario” della coalizione di centrosinistra. Capisco le sue difficoltà a spiegare”. Quindi, è il turno dei rosso-verdi. Il segretario di Si,Nicola Fratoianni, attacca: “L’agenda Draghi? Non esiste. Lo ha detto Draghi stesso. Povero Calenda, deve correre in cartoleria a comprarne un’altra”. Per il capo di Azione è una presa in giro inaccettabile: “Direi che abbiamo raggiunto un punto di chiarezza” scrive. “Mi pare evidente che c’è una scelta netta da fare per il Pd che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l’opposto. A queste condizioni per quanto ci concerne non c’è spazio per loro nella coalizione”.
Un nuovo anatema, ribadito poi nell’incontro pomeridiano con Letta: “Se tu firmi un’intesa elettorale anche con Bonelli e Fratoianni, che per forza di cose contraddirebbe la nostra, addio e amici come”, lo avverte Calenda, scortato da Della Vedova. Gli accordi non erano questi, spiega al leader dem, uno schema a tre punte lui non lo può accettare, significherebbe perdere i voti moderati. Dunque ci pensassero bene prima di replicare il modello Berlusconi del ’94, quando Forza Italia strinse accordi separati con la Lega al Nord e con An al Sud. “Così non va, ci facciamo male tutti”. Ma Letta è categorico: “La politica non è testimonianza, se ci dividiamo consegniamo il Paese alla Meloni. Basta dare spettacolo in questo modo”.
Al mattino ci aveva provato pure Franceschini a sedare la rissa social: “Fermatevi!”, l’appello social del ministro della Cultura. “Ci aspetta una sfida molto più grande dell’interesse dei nostri partiti: evitare che l’Italia finisca in mano a una destra sovranista e incapace. Per iniziarla e vincerla occorre rispettarci a vicenda e accettare le nostre diversità”. Calenda però non prende lezioni: “Dario, il terzismo alla volemose bene con noi non funziona. Ciò che conta è dare al Paese una prospettiva di governo seria”. E quando poi Bonelli va in tv a dire che “il bambino va educato perché se sei viziato cresci male, la nostra funzione è pedagogica”, sbotta: “Vorrei capire se si può lavorare insieme così, boh”.
Intanto arrivano i pompieri. “Anche tu governi in Emilia e a Verona con SI e Verdi” gli ricorda Brando Benifei. E Matteo Ricci: “La coalizione elettorale è imposta dal Rosatellum. Accordi sono bilaterali tra Pd-Azione e Pd-Sinistra. Nessuno ha mai pensato a farne uno Calenda-Fratoianni”. Avvisa Arturo Scotto di Art.1: “Parliamo di intese tecniche, poi ognuno correrà col suo programma”. Ma Di Maio è stufo: “Non accetteremo altri attacchi e discriminazioni” twitta a sera. E mentre al Nazareno annunciano di voler chiudere entro oggi perché il tempo sta scadendo, Orfini lancia l’idea più sensata: “Un hacker che manda in down Twitter per tre giorni lo abbiamo? Così magari riusciamo a completare la coalizione senza drammi”.