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Scuola, il Covid manda in Dad sempre più classi e anticipa le vacanze di Natale

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ROMA – Le scuole vanno in Didattica a distanza, alla vigilia di Natale. Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, di fronte a una crescita settimanale del 13 per cento dei contagi nella città, ha chiuso gli istituti scolastici cittadini, ieri e oggi. All’Istituto comprensivo di Codogno, in provincia di Lodi, sono stati inibiti tutti i sette plessi tra la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado fino al 10 gennaio, giorno di rientro previsto dopo le vacanze di Natale. I positivi sono diventati una decina, “con un’accelerazione nelle ultime ore”, ha spiegato la preside del complesso.

Dopo quelle nel Comune di Riva Ligure, in provincia di Imperia, hanno chiuso tutte le scuole di Imperia città e in provincia. E da oggi, a Milano, sono in Dad il Liceo Agnesi e la scuola elementare Marco Polo di Ospiate, nel Comune di Bollate. 

In Sicilia le lezioni in presenza sono sospese in tutti i plessi del Comune di Petralia Soprana (Palermo) e a Roccamena, stessa provincia, il 13 dicembre si è andati in Dad e da ieri liberi tutti, vacanze di Natale anticipate per evitare nuovi contagi. L’anticipo delle festività sta diventando prassi in doversi comuni del Paese.

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di Michele Bocci 20 Dicembre 2021Il ministero dell’Istruzione minimizza, ma in diversi regioni le classi in Didattica a distanza sono esplose. A partire dal Nord, in Valle D’Aosta i gruppi classe mandati in quarantena sono passati da 15 a 27 (e da 21 a 24 quelli in sorveglianza), In Liguria, dato di ieri, le classi in Dad sono 434 contro le 300 del 13 dicembre. La crisi più forte, qui, si avverte nell’Imperiese, con 215 classi a domicilio. NelleMarche le classi allontanate dalla presenza sono raddoppiate: da 271 a 425. In Puglia sono già 356, ma non c’è un dato di riferimento precedente: si segnala, tuttavia, che gli studenti contagiati il 12 dicembre erano 147 e questa settimana sono diventati 564, il quadruplo.

In Calabria l’assessora all’Istruzione, Giusy Princi, già preside di un liceo scientifico di Reggio, non ha ancora ottenuto i dati dall’Ufficio scolastico regionale, ma stima che le classi inviate a domicilio siano il 40 per cento del totale.

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Dicevamo, la prassi del ministero di tenere i numeri bassi. Quelli offerti parlano di un aumento minimo dei casi positivi all’interno delle scuole: dallo 0,4 per cento allo 0,5. E basso anche per quanto riguarda le classi in Dad: in una settmana sono salite dal 2,1 per cento al 2,4. I dati regionali, come abbiamo visto, indicano una direzione diversa, ma in Viale Trastevere spiegano che non ci sono state indicazioni particolari sulla scuola da parte dell’Istituto superiore di sanità.

Ci sono anche i dati di due grandi città a indicare come l’aumento dei casi positivi nell’ultima settimana sia stato sensibile: nella provincia diBolognasi è passati da 28 classi in quarantena, con 283 tra studenti e operatori scolastici positivi (questo il 13 dicembre),a 50 classicon 752 tra ragazzi e personale contagiati. E aNapoli città,da 100 a 126 classi in Dad.

Nelle scuole di Roma si registra il ritiro degli alunni da parte dei genitori. Lo segnala la dirigente dell’Istituto comprensivo Visconti, Piera Guglielmi: “Una classe intera ha deciso arbitrariamente di iniziare le vacanze di Natale in anticipo. Quanto meno, hanno scritto alla scuola”. E così all’Ic Giovan Battista Valente: “Già da domenica pomeriggio”, spiega la dirigente, Rosamaria Lauricella, “molte famiglie hanno anticipato per email l’assenza dei propri figli per motivi familiari, in modo da non produrre certificazione medica per questi prossimi ultimi giorni”. Dietro ai “motivi familiari”, ancora la preside Lauricella, “c’è la decisione di evitare eventuali rischi di contagio che potrebbero condizionare e rovinare le vacanze”.

Ci sono genitori che non si fidano del protocollo sanitario scolastico, dei tempi delle aziende sanitarie, e così gestiscono in proprio gli alunni. In una prima elementare del 15° Municipio, una classe è stata sottoposta a sorveglianza attiva con rientro dopo il primo tampone, ma dopo il ritorno in classe il secondo test segnalava quindici contagiati su ventitré. I genitori della quinta elementare dello stesso istituto, conosciuto l’esempio, non hanno fatto tornare a scuola i propri figli dopo il primo positivo e il primo tampone collettivo, nonostante l’invito a rientrare. Al secondo controllo, una seconda bimba aveva contratto il Covid.

E così a Genova, dove le assenze strategiche in vista delle vacanze di Natale sono concentrate negli istituti comprensivi che si trovano nei quartieri bene della città (Albaro e Sturla, in particolare) e quelle degli istituti comprensivi che sono già in particolare sofferenza rispetto ai contagi e alle classi in quarantena. Le famiglie vogliono proteggere i bambini in attesa di procedere con la vaccinazione, che spesso è già prenotata ma non sarà effettuata prima di gennaio. Per mercoledì 22, tra l’altro, è stata proclamata una giornata di sciopero di docenti e personale Ata. 

Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, dice: “A Roma e nel Lazio ci sono più di mille classi in quarantena. Il primo ciclo è il più colpito, ci sono scuole con dodici classi in Dad e in media registriamo quattro classi in didattica a distanza per scuola. La salita è stata repentina nel mese di dicembre e ora vediamo il rientro a gennaio con una certa preoccupazione. Resta il problema dell’asintomaticità degli studenti vaccinati alle secondarie superiori. Al rientro, la struttura sanitaria o commissariale dovrebbe organizzare un controllo capillare, a tappeto di tutti gli alunni: il 7 gennaio dovrebbe essere dedicato a questa indagine e con ingresso scaglionato in classe, solo ad esito di tampone negativo”.

Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, ne è convinto: “E’ chiaro che la situazione in generale stia peggiorando e credo che negli ultimi giorni il numero della classi colpite sia aumentato. Bisogna dire che siamo ancora lontani dai numeri dell’anno scorso”.

E l’infettivologo Massimo Galli suggerisce: “Se la situazione pandemica in Italia dovesse decisamente peggiorare, si potrebbe pensare ad allungare le vacanze natalizie”.

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