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“Se dici qualcosa ti ammazzo”. Un ragazzino di diciassette anni ha prima violentato, poi minacciato di ammazzare una ragazza poco più piccola di lui, intimandole l’assoluto silenzio su quanto subito. Per questo motivo è stato arrestato, su richiesta della procura per i minorenni di Reggio Calabria e per ordine del gip, e trasferito all’istituto penale minorile di Catanzaro.
Nel novembre scorso, ne sono certi gli investigatori, è stato lui a avvicinare una ragazzina, costringerla a entrare in un bagno pubblico e lì subire un rapporto né voluto, né cercato, solo imposto da chi lo pretendeva come se fosse un diritto. Dopo sono arrivate le minacce: “zitta o ti ammazzo”.
Ma la rabbia e l’indignazione sono state più forti. Prima alle persone vicine, poi agli investigatori la ragazzina ha raccontato di essere stata avvicinata dal ragazzo, poi costretta a
Un racconto dettagliato che gli investigatori del commissariato di Villa San Giovanni, coordinati dalla procura per i minorenni guidata da Roberto Di Palma, hanno riscontrato in fretta.
La violenza è di novembre, la denuncia di poco dopo. Le indagini sono state rapidissime: a dicembre il pubblico ministero ha avuto in mano tutti gli elementi per chiedere al giudice delle indagini preliminari un provvedimento di custodia cautelare, immediatamente emesso.
Il 18 dicembre il diciassettenne è finito al minorile di Catanzaro, perché nessuna misura alternativa è stata ritenuta sufficientemente efficace per evitare non solo reati analoghi, ma anche l’intimidazione della vittima e principale testimone.