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Nuovo stop per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, per la sua ‘rivendicazionè di un seggio al Senato. Al suo posto resta in carica Vincenzo Carbone, di Italia viva, eletto nello stesso seggio in Campania. Decisivo un ordine del giorno a prima firma della presidente dei senatori di Leu Loredana De Petris approvato dall’aula del Senato che di fatto congela la decisione della Giunta delle elezioni e immunità che precedentemente aveva riconosciuto lo scranno a Lotito, eletto nel 2018 con Forza Italia.
Con 155 voti a favore, 102 contrari e 4 astenuti, il Senato, a voto segreto, ha così approvato un odg presentato da Leu che chiedeva il riesame, da parte della Giunta delle Elezioni, degli atti relativi alla contestata elezione di Vincenzo Carbone, eletto in Forza Italia e ora in Italia viva, con il conseguente subentro di Claudio Lotito, autore del ricorso. Carbone resta quindi in carica, in attesa che il caso venga nuovamente esaminato dalla Giunta, che il 24 settembre dello scorso anno aveva annullato l’elezione di Carbone e disposto il subentro del presidente della Lazio.
Il Senato ha poi approvato con 132 voti favorevoli e 126 contrari un odg a prima firma della capogruppo del Pd Simona Malpezzi che ha portatao alla decadenza del senatore del gruppo Misto Adriano Cairo, la cui elezione era stata contestata in Giunta delle elezioni. Il caso era stato aperto per presunti brogli elettorali nella circoscrizione America meridionale, dove è stato eletto (ora è nel gruppo Misto). La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha poi proclamato senatrice la leghista Clotilde Minasi, che prende il posto di Paolo Saviane. L’aula del Senato ha infatti approvato la relazione della Giunta delle elezioni sul caso del seggio rimasto vacante in Veneto dopo la morte del senatore del Carroccio: 114 i voti a favore, 43 i no.
Le reazioni
“Siamo felicissimi”, il commento del leader di Iv, Matteo Renzi, presente in Aula al momento del voto. Soddisfatto anche Carbone: “Sono contento perché la presidente del Senato mi ha permesso di poter parlare e sono contento che la maggior parte dei senatori abbia capito le mie ragioni”, ricordando la sua esperienza politica di consigliere comunale, assessore, sindaco in cui “non c’è una macchia e sbavatura sul mio operato – ha sottolineato in Aula – e dovermi trovare in questa situazione mi comporta tanto disagio, specie doverlo spiegare ogni giorno ad amici, elettori e figli. Mi auguro che nessuno di voi possa fare questa esperienza”. Infine ha ricordato che “la Giunta ha chiesto alcune schede di alcuni seggi per riesaminarle ma per metà di questi seggi mancano le schede perché distrutte e non certo l’ho fatto io, non avevo questo potere. Tuttavia, nonostante questo fatto così serio, la Giunta aveva deciso di andare avanti e per me è stato un colpo al cuore”.
“Nonostante il voto palese con la destra di sette senatori del Pd sulla sospensiva per far entrare persino Lotito pur di far saltare un senatore di Iv, Vincenzo Carbone è salvo e il gruppo di Iv ne è estremamente felice. Come avrebbero commentato i fedelissimi di Letta a parti invertite e quanti si sarebbero indignati se Iv avesse votato come ha fatto oggi il Pd”, riferisce una nota dell’ufficio stampa di Italia Viva.
Senato, l’Aula decide sul seggio di Lotito. E per Cario c’è l’incognita espulsione
di
Giovanna Vitale
01 Dicembre 2021
Proposti due odg
Dopo la relazione letta in aula dal presidente della Giunta delle elezioni e immunità, Maurizio Gasparri (in sostituzione del relatore Adriano Paroli, assente per missione), al Senato è cominciata la discussione.
Sono stati presentati due ordini del giorno: uno a prima firma di Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e un altro del capogruppo di Italia viva, Davide Faraone. Precedentemente, è stata votata e respinta la sospensiva proposta dal senatore Pietro Grasso che ha chiesto all’aula di sospendere la decisione “in attesa che la Giunta acquisisca ulteriori elementi di certezza, necessari perché l’applicazione dell’attuale legge elettorale avvenga sulla base di dati verificati e reali”, ha spiegato in aula.
Il caso Lotito
L’avventura politica di Lotito è cominciata tre anni e mezzo fa ma finita subito nel limbo tra presunti calcoli sbagliati dei voti, ricorsi e iter parlamentare. Alle elezioni del marzo 2018 il patron della Lazio fu candidato da Forza Italia in un collegio in Campania ed eletto. Ma lo stesso seggio fu assegnato a Vincenzo Carbone, all’epoca forzista e passato a Italia viva nel settembre 2020. Colpa di un errore di calcolo, secondo Lotito che non si arrese e presentò ricorso. Un anno fa la Giunta delle elezioni e immunità parlamentari, competente sul caso, ha dato ragione a Lotito votando a favore della proposta del relatore Adriano Paroli per l’attribuzione del seggio. Ma tra Covid, provvedimenti urgenti e tempi tecnici la decisione è slittata finora. “Si crea un vulnus costituzionale – aveva denunciato Lotito nel settembre scorso – soprattutto in prossimità dell’elezione del presidente della Repubblica in quanto determina la possibilità che i senatori eletti ma non ancora proclamati non abbiano la legittimazione attiva al voto”.
Carbone si è difeso ricordando in Aula oggi che “la Giunta aveva chiesto le schede di alcuni seggi per riesaminarle, ma per metà di questi seggi mancano le schede perché andate al macero”. Da qui la richiesta del senatore Pietro Grasso, con una sospensiva, di acquisire “ulteriori elementi di certezza, necessari perché l’applicazione della legge elettorale avvenga sulla base di dati verificati e reali”. Oggi con l’approvazione di un ordine del giorno, che di fatto ha archiviato la decisione della Giunta e lasciato in carica il senatore Carbone, la palla torna alla Giunta.
Altri tre casi. Decade il senatore Cario
All’ordine del giorno altri tre casi. La senatrice di Forza Italia Anna Maria Minuto dovrà lasciare il seggio al Senato a Michele Boccardi, candidato ed eletto nello stesso partito nel 2018 e mai proclamato per un presunto errore della Corte di appello di Bari. Così ha deciso l’aula del Senato dopo che è stato respinto un ordine del giorno sul caso. La mozione, votata a scrutinio segreto e proposta dal senatore del gruppo Misto, Raffaele Fantetti, è stata bocciata riportando così in vigore la decisione della Giunta delle elezioni e immunità parlamentari che nel luglio del 2020 aveva riconosciuto il ricorso di Boccardi assegnandogli il seggio. Il reintegro però è rimasto in standby per mancata calendarizzazione. “Prendo atto della decisione della Giunta delle elezioni e immunità parlamentari e proclamo senatore Michele Boccardi”, ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati ricordando che ci sono 20 giorni a disposizione per la presentazione di eventuali reclami.
“Vorrei dirvi solo poche parole, anche perché se facessi un discorso molto più lungo, potrei sicuramente emozionarmi e invece voglio essere forte”, ha detto emozionata Minuto in Aula poco prima che il Senato votasse per confermare la sua decadenza. Dopo aver raccontato e ripercorso la sua esperienza politica, la forzista ha spiegato: “Ho fatto gavetta e sono arrivata fino al Senato. Per me è stato insieme un obiettivo ed un sogno che si è avverato. Le ragioni per le quali alcuni chiedono che io vada via sono le stesse che le medesime persone vorrebbero far valere affinché altri arrivino in quest’Aula. È una contraddizione insopportabile. Oggi quel che conta è un giudizio che riguarda la persona, il suo operato, il rifiuto di una logica basata su accordi di vertice. Per come sono andate le cose sapete tutti, in coscienza, che quelli non mi hanno mai riguardato, ma solo penalizzato”.
Poi c’è il caso di Adriano Cario aperto per presunti brogli elettorali nella circoscrizione America meridionale, dove il senatore è stato eletto (ora è nel gruppo Misto). Il Senato ha approvato con 132 voti favorevoli e 126 contrari un odg a prima firma della capogruppo del Pd, Simona Malpezzi che fa decadere Cairo, la cui elezione era stata contestata in Giunta delle elezioni. La senatrice dem aveva presentato due ordini del giorno diversi, ma entrambi a favore dell’approvazione della relazione della Giunta delle elezioni che si era pronunciata per la decadenza di Cario. Il primo è stato bocciato con 133 voti contrari, 127 favorevoli e 4 astensioni, il secondo è passato con 132 sì, 126 no e 6 astensioni. “Il voto dell’Aula ha confermato la decadenza di Adriano Cario e sono dell’avviso che la Giunta prenda il tempo necessario, in altra seduta, per stabilire chi dovrà succedere”, ha osservato Casellati. L’attribuzione del seggio del parlamentare del gruppo Misto è, quindi, in stand-by.
Cario si è difeso: “Sono estraneo a qualsiasi ipotesi di manipolazione. C’è stata una perizia senza contraddittorio, su un campione ridottissimo, 3 sezioni su 99, solo 375 schede a fronte di molte decine di migliaia di voti da me legittimanente conseguiti. Non ritengo sia possibile dichiarare la mia decadenza su una percentuale di schede considerate censurabili. Anche sostenendo che ci sono delle schede invalide permane una differenza a mio favore di migliaia di voti. Per disporre la mia decadenza si dovrebbero verificare tutte le schede”. Il senatore del Misto ha concluso tra le lacrime, difendendo “la mia passione civile ereditata da mio padre, il primo editore di giornali in Sud America”.
E, infine, c’è anche la questione del seggio vacante in Veneto dopo la morte del leghista Paolo Saviane, il 20 agosto scorso, ‘conteso’ tra Lega e Fratelli d’Italia. Alla fine, l’ha spuntata il partito di Salvini e la presidente Casellati ha proclamato senatrice Clotilde Minasi, del Carroccio (prima dei non eletti in Calabria), che prende il posto del senatore bellunese scomparso. Ai voti c’era l’ordine del giorno proposto da Fratelli d’Italia che chiedeva che il collegio venisse assegnato al proprio partito, eleggendo il senatore Bartolomeo Amidei. La Giunta delle elezioni e immunità parlamentari che ha esaminato il caso ha votato la proposta di assegnare il seggio alla Lega e al primo non eletto dalla Lega in Calabria dove il partito ha avuto il quoziente elettorale più alto. In Aula è intervenuto Matteo Salvini: “Per umanità chiedo di chiuderla con questa farsa, per rispetto di un senatore di questa repubblica, non un senatore leghista. I regolamenti possono essere interpretati, ma parliamo di persone. Al di là dei diritti, delle giunte, dei regolamenti, posso dire che stiamo parlando di chi possa subentrare al posto dell’amico Paolo, un uomo che stava seduto là e ora non c’è più. Sono imbarazzato che si parli di regolamento, se potesse intervenire Saviane, sarebbe imbarazzato”.