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Cento e una città o forse più rialzano la mascherina anche all’aperto nel primo weekend di dicembre. L’obbligo nazionale chiesto dall’Anci per voce del suo presidente Antonio Decaro non è arrivato (anche se i decreti già prevedono ovunque l’uso dei dispositivi di protezione per naso e bocca in caso di assembramenti). E allora i sindaci hanno firmato ordinanze a pioggia negli ultimi giorni per proteggere al massimo almeno il via vai nei centri storici e gli acquisti di Natale nelle vie dello shopping.
Complottisti e No Vax, lo scrittore Bianchi: “Con chi nega l’evidenza il fact checking non basta”
di
Viola Giannoli
03 Dicembre 2021
A Milano, Torino, Genova, Bologna, Trieste, si sono aggiunte pure Roma, Firenze, Venezia, Cagliari, Trento, Siena, Brescia, Pavia, Aosta, Cortina e decine di altre. Così pure le città della Campania e della Sicilia dove i provvedimenti valgono in tutti i Comuni perché il provvedimento è arrivato direttamente dalla Regione. Pure a Bolzano l’obbligo di mascherina all’aria aperta era già partito ma sarebbe scattato comunque da lunedì quando l’Alto Adige scivolerà in giallo aggiungendosi al Friuli Venezia Giulia nella mappa a colori dell’Italia. Nella stessa data scatterà in tutto il Paese il doppio binario del Green Pass: base per chi esegue il solo tampone con esito negativo, Super per i vaccinati e i guariti dal Covid che godranno di meno restrizioni da qui al 15 gennaio.
Ma altre cinque Regioni sono osservate speciali: il Veneto, la Liguria, le Marche, il Lazio e la Calabria. Gli indicatori sono in salita e l’orizzonte di un Natale in giallo non è poi così lontano. Il virus non allenta la presa, anche se i numeri restano migliori rispetto a quelli registrati in altri Paesi europei. “C’è una tendenza a un graduale aumento dei contagi, ma non esplosivo”, ha spiegato Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute.
Il trend della curva è in salita ormai da sei settimane, con l’incidenza nazionale che ha raggiunto 155 casi ogni 100 mila abitanti. Ieri ci sono stati più di 17 mila nuovi casi e 74 vittime. Ma il confronto ci ricorda che esattamente un anno fa, nella seconda ondata della pandemia, quando ancora non c’erano i vaccini, si toccò il picco dei decessi: 993 in un solo giorno.
I più colpiti, in questo momento, sono i giovani sotto i 20 anni mentre continuano a crescere i ricoveri e i casi tra i bambini: l’incidenza tra i più piccoli è schizzata a 180 su 100 mila in sette giorni. A giorni arriverà la circolare del ministero con le indicazioni pratiche per i vaccini nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni che partiranno a metà dicembre.
Mentre l’Rt è sceso leggermente a 1,20, un ritocco all’ingiù rispetto all’1,23 della settimana scorsa, il tasso di occupazione in terapia intensiva è salito al 7,3% contro il 6,2 dell’ultimo monitoraggio; i reparti Covid sono ora al 9,1% contro l’8,1% di prima. I numeri tornano nei racconti dei primari come Roberto Fumagalli, direttore della terapia intensiva dell’ospedale Niguarda di Milano: “Stiamo riattivando nuovi hub e aprendo letti di degenza ordinaria. Il numero di ricoverati in terapia intensiva in Lombardia sta aumentando, parliamo di 7-10 pazienti al giorno. I non vaccinati sono l’80%, i vaccinati senza booster il 20%”.
Preoccupano le nuove varianti ma al momento, come ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, “la Delta resta di gran lunga quella dominante, con il 99% di sequenziamenti”, mentre la Omicron ha fatto registrare ieri il primo caso in Veneto (un quarantenne vicentino in buona salute appena rientrato dal Sudafrica che avrebbe contagiato anche moglie e figlio) non legato ai 7 contagi del focolaio scatenato dall’imprenditore campano rientrato dall’Africa.
A correre però sono pure i vaccini: le prime dosi sono risalite a 232 mila a settimana. E in due mesi lo zoccolo duro dei No Vax si è assottigliato ancora: dagli 8,4 milioni di non vaccinati di inizio ottobre si è arrivati, due mesi dopo, a 6,3 milioni di persone ancora senza prima dose.