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Sindaci alla riscossa e pronti a opporsi ai tagli del Governo, anche se amico. L’ovazione più rumorosa della sala dei 5mila amministratori Anci (Mattarella a parte) la ottiene il governatore Alberto Cirio, quando propone di riservare la carica di parlamentare solo a chi è stato sindaco o consigliere comunale.
Ma la frase più forte contro la manovra che sottoporrà i Comuni a nuovi sacrifici la dice un meloniano, il presidente Anci Piemonte Davide Gilardino. «Oggi non è più pensabile sostenere ulteriori tagli alle spese correnti, perché si metterebbero davvero a rischio i servizi fondamentali ai cittadini» dice dal palco del Lingotto.
Gaetano Manfredi è il nuovo presidente Anci, applausi e abbracci con Decaro
di Antonio Di Costanzo e Andrea Gatta
Dopo aver sì ricordato che «il Governo ci ha portato maggiori entrate negli ultimi tre anni su temi come i servizi sociali, il trasporto disabili e gli asili nido» ma anche che «i Comuni negli ultimi 10 anni hanno contribuito al contenimento della spesa pubblica con quasi 14 miliardi più altri 6 dal fondo crediti di dubbia esigibilità».
Il riferimento è alle cifre snocciolate qualche minuto più tardi da Gaetano Manfredi, che in mattinata come previsto era stato eletto presidente nazionale dell’associazione. Il sindaco di Napoli ricorda il taglio previsto di 740 milioni per la parte corrente nel periodo 2025-2029 e un accantonamento obbligatorio di 1 miliardo e 350 milioni negli stessi anni. Oltre alla previsione del turnover del personale al 75%.
Istanze che lo stesso Capo dello Stato Sergio Mattarella, festeggiatissimo come sempre, ha in qualche modo appoggiato ricordando che «i Comuni sono virtuosi» e auspicando «una fruttuosa interlocuzione» con il Governo.
Cirio, che al solito è un mago a entrare in sintonia con l’ambiente circostante, ricorda invece la sua esperienza attuale da consigliere comunale a Cravanzana, in Alta Langa. Parla nella necessità di tenere aperte le scuole, anche con pochissimi alunni come a Ceresole Reale «altrimenti un Comune chiude».
E strappa gli applausi scroscianti di tutti dicendo: «Penso che sarà un bel giorno, quando qualcuno deciderà in Italia che per fare il parlamentare prima devi aver fatto almeno un giorno il consigliere comunale, il consigliere provinciale, il sindaco. Perché è solo lì che maturi l’attaccamento territoriale, è solo lì che capisci il rapporto col cittadino, che è fondamentale».
Non parla di tagli il sindaco Stefano Lo Russo, neo vicepresidente Anci con delega alle poltiche comunitarie, ma preme e concorda con Manfredi sul fatto che occorre modificare i rapporti fra Stato e Comuni. «I sindaci sono degli autentici eroi, soprattutto in alcune zone, perché si assumono responsabilità che vanno ben oltre quelle previste e senza alcuna tutela: ad esempio, sulla copertura assicurativa sono lasciati soli», una partita che sosterrà anche come rappresentante dei sindaci Pd nella segreteria nazionale. Un’altra proposta è di rivedere la filiera dei fondi europei, in modo che i Comuni possano avere un ruolo diretto nella gestione. Lo Russo incontrerà presto Fitto.
Nel frattempo e per altri due giorni Torino godrà del palcoscenico dell’assemblea Anci. «Abbiamo ricevuto un sacco di complimenti dagli amministratori, saranno decine di migliaia le persone che intorno a questa assemblea frequenteranno Torino» racconta il sindaco. Ieri c’è stata la cena ufficiale alle Ogr.
Poi nei prossimi giorni «molti frequenteranno i ristoranti della città» assicura. «Ho dato un po’ di referenze e un po’ nomi di locali ai diversi sindaci e agli amministratori che me li hanno chiesti».