[ Leggi dalla fonte originale]
Erano i primi giorni di agosto, Carlo Calenda aveva appena siglato il patto con Enrico Letta, l’alleanza verdi-sinistra era sul piede di guerra e soprattutto dentro Sinistra Italiana un pezzo di partito chiedeva di sganciarsi dal Pd per fare fronte con il M5S. Anche una esponente di peso del partito come Luciana Castellina, in assemblea nazionale, si era espressa contro l’alleanza con i dem allargata ad Azione. E siccome da Statuto era prevista e anche il segretario nazionale Nicola Fratoianni aveva aperto all’opzione, si prospettava la votazione degli iscritti, che avrebbero deciso con chi cercare di creare una coalizione. Poi invece Calenda tolse il disturbo in solitaria, ma quel passaggio con gli iscritti di Si che fine ha fatto? Nessuno: l’11 agosto scorso la commissione nazionale di garanzia di Si dichiara “inammissibile” la richiesta della consultazione.
Sinistra Italiana, gli iscritti voteranno sull’alleanza con il Pd
di
Matteo Pucciarelli
La decisione però sta creando diversi malumori. “Non solo non averla fatta fare viola lo Statuto, ma così si svilisce il ruolo della nostra base che, a maggior ragione in un momento così decisivo per il Paese, non doveva essere relegata al ruolo di mera spettatrice”, protestano quattro membri della segreteria nazionale, Serena Pilozzi, Elena Fattori, Silvia Prodi e Sandro Fucito. Il sospetto è che non si sia voluta consultare la base di iscritti perché l’accordo con il centrosinistra fosse stato già preso a monte. La richiesta di votare era stata sottoscritta da oltre 300 tesserati, da 44 membri dell’assemblea nazionale (più di un terzo dei componenti), dall’assemblea toscana, dai quattro membri della segreteria e come detto lo stesso Fratoianni si era impegnato in tal senso.
Fratoianni spinge per il Pd ma è scontro dentro Sinistra Italiana: “M5S più vicino a noi”
di
Matteo Pucciarelli
“Si chiude una brutta pagina per Si – dicono Pilozzi, Fucito, Fattori e Prodi – che dimostra ancora una volta l’assoluta urgenza di aprire, dopo la fine della campagna elettorale, una fase di confronto sulla democrazia, sul rispetto della pluralità di posizione e sulle modalità di gestione del partito a cominciare dalle alleanze elettorali fino alla definizione delle candidature, in gran parte, specie nei collegi eleggibili, non concordate con i territori”.
Va anche detto che con ogni probabilità il mandato a chiudere l’accordo con il centrosinistra chiesto da Fratoianni all’assemblea nazionale e per due volte votato con ampia maggioranza sarebbe passato anche tra gli iscritti, specialmente dopo l’abbandono della coalizione da parte di Calenda. Sul piano del risultato finale insomma sarebbe stata una formalità. Il punto contestato dai quattro componenti della segreteria, però, è sul metodo. “Per qualsiasi partito, ma in particolare per Sinistra Italiana, il protagonismo degli iscritti e delle iscritte rappresenta una pratica politica irrinunciabile. Scelte diverse trasformano il nostro agire politico e le nostre battaglie e in meri slogan”, concludono.
Far votare gli iscritti e coinvolgerli in assemblee territoriali avrebbe comportato un allungamento dei tempi che, considerate le urgenze con un voto così a ridosso, avrebbe voluto dire rischiare di non presentarsi alle elezioni, è stata la riflessione fatta dal restante gruppo dirigente di Si.