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Strage di Samarate, Nicolò Maja è uscito dall’ospedale: l’unico sopravvissuto alla furia omicida del padre ora sta meglio

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Non potrà mai dimenticare la tragedia che ha distrutto la sua famiglia, ma ora vuole guardare avanti e ricostruirsi una vita: il 23enne Nicolò Maja – unico superstite della strage di Samarate (nel Varesotto) del 4 maggio scorso, quando suo padre Alessandro uccise a martellate sua madre Stefania Pivetta e sua sorella minore Giulia, di 16 anni, prima di aggredire e ferire gravemente anche lui – è stato dimesso dall’ospedale di circolo di Varese e la sua prima tappa nel percorso verso il ritorno alla normalità è stata al municipio di Samarate per far visita al sindaco Enrico Puricelli.

Strage Samarate, Nicolò Maja ha aperto un occhio e mosso una mano: “Uscito dal coma”. Il padre torna in carcere

31 Maggio 2022

“I nonni materni, che ora lo ospiteranno a casa loro a Cassano Magnago, mi avevano preannunciato ieri che sarebbero passati da qui, eppure trovarmi di fronte Nicolò mi ha provocato un’emozione fortissima” racconta Puricelli, che ha postato le foto dell’incontro su Facebook accompagnandole non a caso con la citazione di una celebre canzone di Lucio Battisti: “Tu chiamale se vuoi emozioni”. A colpire il sindaco è stato “soprattutto il sorriso del ragazzo, che non mi aspettavo vista l’esperienza tremenda che ha vissuto – prosegue – Sono felice che appena uscito dall’ospedale abbia chiesto di venire qui: significa che ha sentito la vicinanza della comunità di Samarate, della sua città, durante questo periodo”.

Nicolò Maja era stato ripetutamente colpito alla testa dal padre con lo stesso martello con cui l’uomo aveva già ucciso la moglie e l’altra figlia e i primi concreti segnali di miglioramento nelle condizioni del 23enne sono arrivati alla fine di maggio, dopo quasi un mese in coma farmacologico trascorso nel reparto di terapia intensiva, quando ha per la prima volta aperto un occhio e mosso una mano. “Io l’avevo visto l’ultima volta lo scorso luglio ed era ancora in gravi condizioni – continua il primo cittadino di Samarate – Ora invece l’ho trovato bene, se così si può dire alla luce di ciò che ha passato: è mentalmente lucido e capisce tutto. Non riesce ancora a camminare, ma gli è stato garantito dai medici che ci saranno miglioramenti anche in quell’ambito grazie alla fisioterapia”.

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Samarate gli starà il più possibile vicino anche in questa nuova e delicata fase della sua vita: “Lui risulta a tutti gli effetti ancora residente nella nostra città e lo accompagneremo tutti i martedì e i venerdì all’ospedale di Somma Lombardo per le sedute fisioterapiche – dichiara Puricelli – Purtroppo i ricordi di quella terribile notte non lo abbandoneranno mai del tutto, eppure l’ho visto determinato ad andare avanti, a tornare a vivere, il che è senz’altro positivo”.

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Per quanto possibile, il ragazzo e i suoi nonni stanno cercando di ritrovare un pizzico di serenità: “Tempo fa il nonno di Nicolò mi aveva promesso che un giorno ci saremmo ritrovati insieme per una risottata, per guardare con fiducia al futuro – conclude Enrico Puricelli – In autunno la organizzeremo. Non lasceremo sola questa famiglia, già messa a così dura prova”.

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