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E’ a casa, dopo l’ottenimento della grazia parziale e il conseguente affidamento ai servizi sociali – farà volontariato per un’associazione del territorio – Agostina Barbieri, 63 anni, finita a processo per l’omicidio, l’11 luglio 2021 a Borghetto Borbera, nell’Alessandrino, del marito 64enne Luciano Giacobone.
La donna era stata condannata dai giudici della Corte d’Assise di Alessandria a quattro anni e dieci mesi con il riconoscimento della legittima difesa putativa. In secondo grado la Procura generale e il difensore di Barbieri, l’avvocato Lorenzo Repetti, avevano concordato per una pena superiore a quella di primo grado (sei anni e due mesi) ma con l’attenuante di aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale, cioè “avendo agito sotto la spinta dell’amore materno ovvero nell’intento di salvaguardare l’incolumità dell’unico figlio”.
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La Corte, pur ritenendo la pena adeguata, non aveva potuto accogliere la richiesta proprio a causa del vincolo posto dalla norme del “Codice rosso” anti-violenza secondo cui non è possibile concedere la prevalenza o un bilanciamento delle altre attenuanti generiche e della provocazione per accumulo rispetto all’aggravante del vincolo della parentela, e ha sottoposto quindi la questione alla Corte Costituzionale, che si è pronunciata a favore della donna.
Tra carcere e domiciliari Agostina Barbieri ha scontato circa un anno. Ora, con l’accoglimento da parte del Tribunale di sorveglianza di Torino, si chiude la vicenda giudiziaria: “Con una giusta decisione finale – commenta il difensore Lorenzo Repetti – si pone la parola fine a una brutta storia familiare che ha creato dolore e sofferenza a Tina e, sicuramente, anche al figlio Andrea. Sono stati lunghi anni di violenza, infatti, non solo per la Barbieri”.
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L’11 luglio 2021 nella casa di Borghetto Borbera, dopo aver sedato il marito, la donna gli strinse il collo con lacci da scarpe. Fu, poi, sempre lei ad avvertire i carabinieri e ad aspettarli. Negli ultimi tre mesi l’escalation di violenza raccontata dalla donna era, infatti, diventata insopportabile.