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L’appello di Stefano Gheller, il 49enne di Cassola (Vicenza), affetto dalla nascita da una grave forma di distrofia muscolare, che recentemente ha scritto una lettera alla sua Usl chiedendole “di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito”, non è rimasto inascoltato, e con esso anche il desiderio di “conoscere di persona il presidente Zaia”. Presidente della Regione Veneto ha infatti accolto il suo invito: “Ho letto la sua storia, assolutamente farò in modo di incontrarlo. Andrò a trovare il signor Stefano Gheller così avremo modo di parlare assieme del tema e di cosa posso fare per lui”.
Cappato: “Siamo vicini a Stefano”
Non poteva mancare il sostegno dell’associazione Luca Coscioni: “Siamo vicini a Stefano Gheller, innanzitutto sul piano umano, qualunque dovrà essere la sua decisione. Dal punto di vista giuridico, il caso di Federico Carboni ha dimostrato che, laddove verificate le condizioni stabilite dalla Corte costituzionale, il suicidio assistito è praticabile in Italia. Abbiamo fiducia che il processo di verifica possa avvenire in tempi adeguati, senza quei boicottaggi e ostruzionismi che la Regione Marche ha inferto contro Fabio Ridolfi, Federico Carboni e ora ‘Antonio‘, che da 4 mesi attende una risposta. In troppi hanno voluto illudere che la questione dell’eutanasia riguardi casi estremi e isolati. Si tratta invece di una realtà sociale sempre più diffusa”. Lo sottolinea il radicale Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. “Nel frattempo, dopo che la Corte presieduta da Giuliano Amato ha impedito il referendum, il Parlamento temporeggia su un testo targato Pd -M5S peggiorativo rispetto a ciò che è già possibile fare nella situazione attuale. L’ Associazione Luca Coscioni continuerà, come abbiamo fatto anche con Stefano Gheller da tempo in contatto con Diego Silvestri e Mina Welby, a fornire informazioni e ogni forma di supporto alle persone malate che ce lo chiederanno”, conclude Cappato.
Il sindaco di Vicenza: “Sono pro vita ma anche per la libertà di scelta”
“Quando sono andato a trovare Stefano Gheller, nei giorni scorsi, mi ha annunciato per la prima volta – notizia tenuta riservata – che avrebbe formalizzato da lì a pochi giorni la richiesta all’Usl per poter accedere al suicidio medicalmente assistito”, ha spiegato Francesco Rucco, sindaco di Vicenza e presidente della Provincia.
“Ho sempre avuto personalmente una posizione pro vita, tuttavia credo che in certe situazioni estreme, sia giusto – l’ho anche detto a Stefano – lasciare la libertà di scelta di affrontare o meno un percorso che ponga fine alle proprie sofferenze. Molti ne fanno una questione ideologica, è facile giudicare – sottolinea il sindaco -, ma penso che vivere tutti i giorni con atroci dolori, spegnersi giorno dopo giorno, sia veramente dura. Sono vicino a Stefano Gheller. Sono per la libertà di scelta ma il Parlamento decida, una volta per tutte.
Non si può continuare a far finta di niente, di voltare la testa dall’altra parte, si tratta di una battaglia di civiltà, lo dico da cittadino libero. Ho conosciuto una persona ragionevole, perbene, che ha difficoltà oggettive per la sua malattia degenerativa. Sia lasciata a Stefano Gheller la libertà di poter scegliere”.
Adinolfi: “Fermare la mattanza dei disabili”
Contrario al suicidio assistito è Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, che sul caso Gheller afferma: “Va immediatamente fermata la mattanza dei disabili in Italia con omicidi di Stato mascherati da suicidi assistiti. Lo Stato non deve collaborare ad ammazzare i disabili, deve aiutare la loro vita, nella concretezza. Basta pensioni da 258 euro, basta spese enormi che gravano tutte e solo sulle spalle delle famiglie. Il grave inganno di Cappato e dell’associazione Coscioni è di spacciare per nuovo diritto civile quello che è solo un feroce taglio dei costi della sanità e dell’assistenza agli inguaribili, perché curarli costa moltissimo e ammazzarli non costa niente”.