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Terremoto dell’Aquila, il giuidice della sentenza shock ribalta la decisione per altre vittime dello stesso palazzo

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La firma in calce è la stessa, l’esito diverso. Dopo la sentenza shock del tribunale dell’Aquila del giudice Monica Croci che ritiene responsabili alcune delle vittime del crollo del palazzo in via Campo di Fossa 6b e dopo la pubblicazione di altri giudizi di senso opposto stabiliti da altri giudici, spuntano ora altre sentenze, autografate dalla stessa giudice, in cui il “concorso di colpa” per condotta incauta” di chi la notte del 6 aprile 2009 rimase a dormire nell’edificio invece di fuggire non esiste più.

Il verdetto, che anche Repubblica ha potuto visionare, è dello scorso anno, datato aprile 2021. E arriva sempre in seguito al ricorso delle famiglie delle vittime del crollo causato dal sisma distruttivo che colpì L’Aquila, famiglie che hanno chiesto di essere risarcite per la perdita dei loro cari.

“Quindi – dice all’Adnkronos l’avvocato Maria Grazia Piccinini, mamma della studentessa Ilaria Rambaldi, morta tra le macerie di Via Campo di Fossa – alcuni, compresa mia figlia, sono ‘colpevoli’ perché dormivano, altri no pur essendo nello palazzo”. Nel secondo caso, quello più recente, il giudice ha accolto un’eccezione sollevata dall’Avvocatura di Stato, a difesa dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno. Eccezione che tira in ballo “il concorso di colpa dei deceduti per essersi trattenuti all’interno dell’edificio la notte del 6 aprile, nonostante le scosse già verificatesi”. Nonostante la Cassazione avesse emesso una condanna per le rassicurazioni alla popolazione riguardo lo sciame sismico che da quasi un mese si avvertiva in Abruzzo.

Nelle 12 pagine della sentenza del 2021 invece il concorso di colpa delle vittime non viene citato e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è condannato in pieno a risarcire.

“È sconvolgente – riprende Piccinini – che, su uno stesso fatto, ci siano sentenze dello stesso giudice, perché queste non sono le uniche, che si contraddicono in modo sostanziale”.

Per protestare contro la sentenza più recente, è stata convocata per domenica 23 ottobre alle 11 alla Villa comunale dell’Aquila una manifestazione. “Le vittime non hanno colpa” si legge nel testo. E i parlamentari neo eletti vengono chiamati ad “attivarsi in rappresentanza del nostro territorio presentando interrogazioni tese a far luce su quanto accaduto”. I familiari delle vittime sono ora pronti al ricorso in appello. “Qui la sentenza andrà radicalmente rivista – dichiara Stefania Pezzopane, ex parlamentare e consigliera comunale dell’Aquila – Quando lo stato assolve lo Stato, magari per risparmiare un po’ di soldi di risarcimento, la democrazia perde credibilità. Lo Stato purtroppo  ancora non chiede scusa a quelle famiglie e L’Aquila non si merita questo schiaffo”. Solidale anche il mondo del calcio abruzzese, da Pescara a Lanciano a L’Aquila con magliette e striscioni: “13 anni di nodi irrisolti ora la colpa di essere morti”.

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