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GENOVA – Il nuovo (l’ennesimo) punto di svolta, in un campagna elettorale parsa da subito un ottovolante, potrebbe consumarsi questo pomeriggio a Terrazza Colombo, proprio sotto il maxischermo diventato simbolo del secondo filone dell’inchiesta che con Giovanni Toti ha travolto la sua maggioranza e l’intera scena politica locale, e portato la Liguria alle elezioni anticipate di fine mese.
È sul tetto della città, infatti, in cima al grattacielo Piacentini, che l’ex governatore presenterà oggi per la prima volta il suo libro post caduta, Confesso ho governato, in uscita nelle librerie domani con Piemme, davanti a circa 200 invitati tra cui tutti gli esponenti delle varie anime del “suo” centrodestra, dalla Lega a FdI, vari rappresentanti della classe imprenditoriale genovese e lo stesso candidato alla successione, Marco Bucci.
La prova definitiva della «piena continuità tra il sistema finito sotto inchiesta e la candidatura di Bucci», come si insiste a dire a sinistra, ma anche che «l’inchiesta non è più in tabù», come si inizia a dire senza troppe timidezze a destra (e non solo in area totiana). E insieme il segno di un cambio di fase della stessa corsa al voto: forse non sarà vero che «i riflessi dell’inchiesta non avranno il minimo peso sulle urne», come sostiene lo stesso Toti, ma a far vincere la contesa – e la consapevolezza c’è a destra come a sinistra – saranno altri fattori. I programmi, forse, o la strategia scelta per gli ultimi giorni di corsa elettorale.
verso le regionali
Liguria, a cinque mesi dagli arresti l’inchiesta non è più un tabù: Toti torna per Bucci e punge i magistrati. “45 giorni per le intercettazioni sono già troppi”
di Matteo Macor
Gli imbarazzi per l’ingombrante ritorno sulla scena dell’ex presidente, in realtà, a destra ci sono ancora. Non tanto in casa Bucci, che oggi presenzierà solo a inizio evento con la scusa buona per scendere in fretta dal grattacielo (alle 18, più o meno alla stessa ora, è atteso al confronto tra candidati organizzato dalla Diocesi genovese a Santa Marta), quanto nei partiti. Anche certi passaggi del libro, si fa capire dall’entourage dell’ex governatore, potrebbero coinvolgere direttamente alcuni degli storici alleati di Toti.
I dati dei sondaggi e le scelte nazionali, però, hanno portato gli stessi alleati del centrodestra a passare sopra a quasi tutto: l’estate ai domiciliari dell’ex presidente, le accuse dirette ai partiti, la scelta di patteggiare arrivata a sorpresa, pure i dubbi sul contenuto dei libro. Che tratta dei mesi da indagato agli arresti, del trattamento avuto da procura e partiti vicini, ma anche del dietro le quinte di nove anni di governo.
«È passato abbastanza tempo perché gli elettori potessero dimenticare», diceva ieri, senza mezzi termini, un dirigente del centrodestra nazionale. Ed è anche per questo, probabilmente, che nelle ultime due settimane ci sarà da aspettarsi tutt’altra campagna elettorale. Una volata finale fatta di duelli a distanza, promesse elettorali da fine corsa, pure qualche colpo basso.
l’intervista
Orlando: “Le fratture aiutano la destra, ma il nodo è che manca la coalizione: serve un progetto nazionale”
di Matteo Macor
Se da destra si è trovata la formula per evitare il rischio di un confronto a due tra Bucci e Andrea Orlando («Io il confronto lo faccio con tutti i candidati, per una questione di rispetto», continua a dire il sindaco di Genova), ancora ieri il duello tra i due principali contendenti è andato avanti a distanza. I due si sono solo sfiorati a Pra’, dove era in programma la regata delle Antiche Repubbliche Marinare, Bucci per forza di cose a giocare sul doppio ruolo di sindaco in casa propria e candidato governatore. Ma poi è proseguita su rotte lontane.
le regionali
“Non ci annoiamo con troppi quadri”: Bucci presenta il programma e la cultura è un caso. Alfonso (Pd): “Miope contrapporre cultura e divertimento”
di Matteo Macor
Orlando, fresco dell’endorsement di peso della vicepremier spagnola Yolanda Diaz, ministra del Lavoro e dell’Economia sociale in Spagna, ha visitato la casa natale di Sandro Pertini a Stella, incontrato l’europarlamentare dem (ed ex sindaco di Bergamo) Giorgio Gori e rilanciato alcuni dei cardini del proprio programma: «Reindustrializzazione sostenibile vuol dire non tornare all’industria del secolo scorso ma utilizzare anche i grandi cambiamenti globali e la forza logistica della Liguria per riattrarre imprese che oggi hanno convenienza a produrre altrove – la sua puntata – Questo significa puntare sull’università, sul trasferimento di tecnologie, produrre energie a basso costo in una regione che oggi è al ventesimo posto in Italia per la produzione di energie rinnovabili».
Bucci ha fatto tappa nell’entroterra del levante genovese, tra Uscio e Moconesi, tra Valfontanabuona e Valle del tempo («L’occasione per ribadire quanto contenuto nel programma elettorale: l’entroterra va valorizzato partendo dalle infrastrutture») e attaccato il primo avversario per l’ennesima volta, ma un un tema inaspettato, quello degli animali d’affezione.
«Gli animali per noi sono liguri a quattro zampe, la nostra è una delle regioni più pet friendly d’Italia: chi si appresta a governare una regione deve prevedere azioni concrete a favore di tutti coloro che vivono con un amico a quattro zampe. Nel mio programma a riguardo sono declinati nove punti precisi, in quello di Orlando neanche un paragrafo». Come a dire che a due settimane dalle elezioni, meglio se abbastanza lontano dall’inchiesta per corruzione che ha terremotato la regione, ogni singolo voto vale per davvero.
