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Un trend già affermato negli Stati Uniti, che l’Italia ha ormai definitivamente confermato: il trapianto di cornea è sempre più un “trapianto lamellare endoteliale”, più selettivo, più efficace, più rapido sia nell’esecuzione chirurgica sia nel recupero post operatorio. Un trapianto dove il gesto del chirurgo e quello dell’operatore della banca degli occhi diventano sempre più fondamentali.
Un tempo il normale trapianto di cornea era costituito dalla sostituzione dell’intero tessuto, oggi ogni patologia ritrova la sua tecnica d’elezione per poter essere trattata attraverso l’intervento più efficace, che consiste sempre più spesso nella sostituzione dello strato malato della cornea.
È il caso di malattie come la cheratopatia bollosa, le opacità e gli scompensi corneali, le distrofie corneali, in cui viene trapiantata solo la parte profonda del tessuto. Un intervento che si gioca su millesimi di millimetro: «Questo particolare intervento definito trapianto lamellare endoteliale sostituisce solo la parte profonda malata della cornea, con microtessuti da donatore dello spessore inferiore a 100 millesimi di millimetro – spiega il Direttore Sanitario di Fondazione Banca degli Occhi, Diego Ponzin -.
Una parte di queste speciali cornee per trapianto viene distribuita sottoforma di “tessuti precaricati”, cioè già predisposti e pronti per essere inseriti dal chirurgo nell’occhio del paziente, grazie a supporti ideati con la collaborazione degli operatori della banca degli occhi, nell’ambito di progetti di ricerca ad hoc.
L’importanza della donazione
Le nuove cornee per trapianto, frutto di un gesto imprescindibile come la donazione, hanno trasformato anche il lavoro all’interno della banca, impegnata non più soltanto a selezionare i tessuti per qualità e sicurezza, ma anche a prepararli ciascuno secondo le caratteristiche richieste dall’occhio del paziente a cui verranno destinate.
Proprio le cornee per endocheratoplastica sono sempre più richieste da centri oftalmologici di tutta Italia ed Europa, che spesso bussano al centro mestrino, tra i centri europei maggiormente specializzati in queste tipologie di preparazioni. I dati dell’ultimo anno confermano infatti il trend in ascesa dei tessuti rivolti a queste particolari tecniche di trapianto, che si dividono in più tipologie.
Le diverse tecniche di trapianto
Tra i tessuti per endocheratoplastica troviamo le cornee preparate per interventi di DSAEK, leggermente più spesse (1565 tessuti distribuiti nel 2023, con un incremento del 20% rispetto al 2022). In crescita anche i tessuti preparati per interventi di DMEK, ancora più sottili, nei quali viene trapiantata solo la parte più profonda del tessuto, l’endotelio, dove si registra un aumento del 10% dei lembi distribuiti (complessivamente 567 lembi). Anche le cornee intere distribuite ai chirurghi per gli stessi interventi tra il 2022 e il 2023 hanno subito un aumento del 13%.
Nel corso del 2023 il numero di tessuti preparati presso la banca veneziana per trapianti lamellari endoteliali ha superato di 789 unità le cornee distribuite per il più classico intervento di cheratoplastica perforante.
Dott. Diego Ponzin
Oculista, Direttore Sanitario, Fondazione Banca degli occhi del Veneto, Presidente Società Italiana Banche degli Occhi
L’articolo Trapianti lamellari endoteliali: la nuova frontiera del trapianto proviene da Di Salute.