[ Leggi dalla fonte originale]
Almeno tre bombe carta, confezionate artigianalmente, sono state lanciate e fatte esplodere nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 agosto nel giardino della villa di Massimo Giove, presidente dimissionario della squadra di calcio del Taranto, a Leporano (Taranto).
Non ci sono feriti mentre i danni hanno riguardato il vetro anteriore di un’auto, finito in frantumi. Quelli riguardanti la struttura sono in corso di quantificazione. L’episodio testimonia il clima intorno al club rossoblù e alla figura di Giove, che in estate ha rassegnato le dimissioni dalla guida del club – militante nel girone C di Serie C – dando il via a una serie di addii tra panchina, con l’esonero di Eziolino Capuano, e campo.
Le dimissioni del presidente erano state determinate dalla questione stadio. In vista dei Giochi del Mediterraneo che si disputeranno proprio a Taranto nel 2026, lo Iacovone, in cui un anno fa c’era stato un grave incendio e per cui sono stati arrestati due ultras del Foggia, dovrà essere ristrutturato a partire dall’1 ottobre e il club sarà costretto a cercarsi un altro impianto in cui giocare.
Taranto, stadio Jacovone dichiarato inagibile dopo l’incendio, la Procura apre un’inchiesta. “Trovare subito i responsabili”
di Luca Guerra
Non è quindi escluso un legame tra quanto accaduto all’esterno della villa di Giove e le proteste di alcuni tifosi del Taranto, che chiedono da settimane a Giove di farsi da parte. Le indagini per risalire agli autori del lancio degli ordigni sono state affidate alla Digos, con la guida del commissario Francesco Cecere e il coordinamento del pubblico ministero Francesca Colaci.