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Torna l’allarme in Trentino sul consumo di formaggi a latte crudo. Un bambino di 9 anni è finito in ospedale con «un’infezione intestinale di origine alimentare», dopo aver consumato del Puzzone di Moena, un formaggio tipico locale.
Il lotto è stato immediatamente ritirato dal commercio, mentre l’azienda sanitaria provinciale ha diramato un’allerta specifica raccomandando a chi avesse acquistato nell’ultimo periodo questa tipologia di formaggio di non somministrarlo a bambini, donne in gravidanza e persone con depressione del sistema immunitario.
Cortina, bimba mangia formaggio di montagna e finisce in ospedale: il prodotto ritirato dal mercato
a cura della redazione Cronaca nazionale
Il latte crudo utilizzato per produrre questi formaggi – ricorda Apss – non ha subito trattamenti termici come la bollitura o la pastorizzazione che consentono di eliminare eventuali germi patogeni che possono mettere a rischio chi abbia un sistema immunitario non pienamente sviluppato o compromesso. L’intossicazione, soprattutto in forma grave, non è comune ma i casi sono in aumento. Nel primo semestre del 2023 erano stati registrati 18 casi in Italia, saliti a 73 nel 2024, fra cui un bambino di 10 anni a Bassano del Grappa e una bambina di due anni e mezzo in Trentino.
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In regione, è nervo scoperto dopo la tragedia del piccolo Mattia, dal 2017 si trova in stato vegetativo per aver mangiato un pezzo di formaggio “Due Laghi”, prodotto dal caseificio di Coredo e contaminato dal batterio Escherichia coli. Una vicenda che ha portato a una proposta di legge bipartisan per l’introduzione di etichette che segnalino i rischi sanitari sui formaggi a latte crudo freschi o con stagionatura inferiore ai sessanta giorni.