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Dai primi elementi dell’inchiesta sulla morte di un turista italiano e sul ferimento di un altro nella zona di Marsa Alam, in Egitto, emerge che ad attaccarli è stato uno squalo tigre, lungo due metri e mezzo, una specie che il ministero dell’Ambiente aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l’anno scorso dopo un incidente simile che ha riguardato un turista russo. Sotto sorveglianza erano stati messi tre tipi di squali del Mar Rosso: “il tigre, il mako e l’oceanico”.
Le indagini confermano anche che i due turisti italiani erano entrati in acque profonde, in una zona in cui non è consentito nuotare.
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Marco Carta e Clemente Pistilli
Secondo l’imprenditore egiziano, Naguib Sawiris, uno degli uomini più ricchi d’Africa, a causare l’incidente sono state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, attirando lo squalo. In un messaggio su X, Sawiris afferma che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata in questa zona turistica e ha sottolineato che i ricavi del settore sono più importanti delle barche che distruggono la barriera corallina.