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Ucciso di botte a Casale Monferrato, sospetti su un gruppo di giovanissimi: un fermato

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C’è un fermo per l’omicidio di Casale Monferrato. La vittima, Cristian Martinelli, 35 anni, stando alle prime indiscrezioni sulle indagini, sarebbe stato circondato da un gruppo di giovanissimi venerdì pomeriggio, nella zona della stazione ferroviaria, pestato e lasciato a terra non in grado di difendersi. Martinelli, che abitava con la famiglia, è stato soccorso da alcuni pensionati che chiacchieravano nella vicina Piazza Vittorio Veneto e portato in ospedale, era cosciente e non aveva ferite evidenti, è morto domenica mattina per le lesioni interne, ricoverato nel reparto di rianimazione. 

Prima di perdere conoscenza sarebbe riuscito a rivelare di essere stato picchiato. I carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Alessandria, con i colleghi di Casale, coordinati dalla procura di Vercelli, in poche ore sono riusciti a restringere le indagini su dei nomi precisi. La svolta nelle indagini è arrivata nelle scorse ore quando una persona è stata portata al comando provinciale, poi trasferita in carcere.

In queste ore si attende l’udienza di convalida del fermo: il giudice dovrà esprimersi sulla convalida del provvedimento ed eventuali misure. Al momento c’è il massimo riserbo, la vicenda però con il passare delle ore sta assumendo i tratti di un violento pestaggio, a colpi di spranga, da parte di più persone. 

A la Repubblica, la sorella Valentina ha ripetuto convinta: “Non è una questione di droga, ne sono sicura, Cristian stava uscendo dal quel mondo, voleva a tutti costi riprendere in mano la sua vita e ce la stava mettendo tutta”. Venerdì mattina l’uomo aveva appuntamento con lei. “Cristian aveva chiuso con il suo passato, deve essere successo qualcos’altro ma non so cosa, non mi capacito di come si possa picchiare una persona fino ad ammazzarla. Non può essere stata una persona sola ad avergli fatto questo”

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