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Sembra essere diventata una sorta di conteggio ineluttabile quello dei suicidi nelle carceri italiane. E oggi, mentre il sottosegretario alla giustizia Delmastro si compiaceva in maniera singolare delle nuove auto della polizia penitenziaria – si è toccata quota 80.
Nel carcere genovese di Marassi. La notizia, arriva come sempre, da un comunicato sindacale poiché tutto quello che riguarda il carcere non viene mai notificato dalle istituzioni bensì da organizzazioni sindacali.
Il suicidio di oggi è comunicato da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. “Ventotto anni da poco compiuti, tunisino, aveva tentato l’impiccamento, ma sarebbe il caso di dire impiccagione, nel pomeriggio di martedì scorso nella sua cella del casa circondariale di Genova Marassi. Subito soccorso, era stato condotto all’ospedale San Martino in condizioni disperate. Ricoverato in rianimazione, è spirato stasera. Sale così a 80 la tragica conta dei morti di carcere e per carcere dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i sette appartenenti alla polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita in quella che è una spirale spaventosa, arrivata a livelli mai visti in precedenza”.
“Nella stessa giornata di martedì – prosegue la nota – peraltro, un altro ristretto ha tentato il suicidio sempre in Liguria, presso il carcere della Spezia, e anche in quel caso è stato condotto in ospedale, dov’è ancora ricoverato; un episodio che fino a stasera poteva dirsi fotocopia, ma che auspichiamo possa avere un epilogo diverso”. “Quanto sta accadendo – conclude – nelle carceri è drammatico, sia per i detenuti sia per gli operatori, in primis quelli del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro e turnazioni massacranti. Sono oltre 15mila i ristretti oltre i posti disponibili e più di 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. Qualsiasi azienda o organizzazione complessa sarebbe già fallita da tempo. Ma è chiaro, almeno a noi, che di questo passo anche il sistema penitenziario sprofonderà sempre più. Servono misure immediate per deflazionare la densità detentiva, adeguare concretamente gli organici della Polizia penitenziaria e riorganizzare, riformandolo, l’intero apparato”.