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Scambi tra studenti e docenti, corsi di laurea con il doppio titolo, programmi didattici condivisi: grazie a un investimento di 272 milioni di euro provenienti dal programma Erasmus+ salgono a 44 le università europee che hanno creato alleanze tra loro per far crescere la mobilità e la cooperazione. E’ l’esito dell’ultimo bando europeo che ha premiato anche 12 atenei italiani inseriti in reti europee di cooperazione.
Ogni alleanza è composta da più università e istituti superiori di istruzione (università di scienze applicate, istituti di tecnologia, scuole d’arte e istituti di istruzione e formazione professionale superiore) e riceverà una dotazione massima di 14,4 milioni di euro dal programma Erasmus+ per un periodo di 4 anni, in aumento rispetto al massimo di 5 milioni su 3 anni previsto nei bandi Erasmus+ precedenti.
Le università italiane vincitrici
Ecco le università italiane che hanno vinto il nuovo bando della Commissione europea: La Sapienza, Padova, Bologna, Milano, Palermo, Cagliari, Trento, Parma, Chieti-Pescara, Torino e Politecnico di Torino, Napoli Parthenope, Bocconi. “Abbiamo invitato le università europee a uscire dai circoli accademici: hanno risposto avviando collaborazioni” dichiara la commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani Mariya Gabriel. “Oggi siamo più vicini al raggiungimento della nostra visione per il settore dell’istruzione superiore in Europa: una visione fatta di campus interuniversitari, transfrontalieri e interdisciplinari, in cui studenti, personale e ricercatori di tutte le parti d’Europa possano beneficiare agevolmente della mobilità e creare nuove conoscenze insieme. Mi rende orgogliosa sapere che possiamo fornire finanziamenti maggiori e più a lungo termine per le alleanze del programma Erasmus+ e che abbiamo garantito un approccio inclusivo”.
Innovazione e programmi congiunti
Lo scopo di queste reti – da “Una Europa” per la ricerca a “Unite!” il network per l’innovazione tecnologica a cui partecipa il politecnico di Torino – metteranno in relazione un numero sempre maggiore di Facoltà, Dipartimenti, docenti e studenti: offriranno metodi pedagogici più innovativi, attueranno più programmi congiunti. L’obiettivo è creare università europee attraverso queste reti. Per esempio “Civis”, a cui partecipa La Sapienza, è un progetto tra quelli finanziati dalla Commissione europea con il programma Erasmus+ European Universities: coinvolge 10 atenei riunendo quasi 450.000 studenti e 65.000 tra docenti e personale tecnico amministrativo e offre opportunità di scambio e di mobilità, corsi brevi, winter e summer school.
L’anno scorso l’università di Parma è entrata nella rete “Eu Green” con “l’obiettivo di sviluppare uno spazio europeo condiviso per favorire le opportunità di studio degli studenti iscritti ad una delle sette università della rete e di creare un contesto utile allo sviluppo di nuovi gruppi di ricerca”. L’università di Palermo è parte dell’Alleanza Forthem, un partenariato di 7 università coordinato dall’università tedesca Johannes Gutenberg di Mainz. Obiettivo? Favorire gli scambi (anche con corsi online) entro il 2025 per il 50% di studenti e personale degli atenei aderenti.
Trento partecipa invece a Eciu University, la prima università europea in cui studenti e ricercatori lavorano assieme alle amministrazioni e alle imprese per risolvere sfide reali. L’obiettivo delle istituzioni partecipanti è di “dare vita a una nuova idea di università europea, che si spinga oltre i programmi di mobilità Erasmus e le consuete relazioni internazionali”. “Sono convinto che, insieme, le università europee porteranno a un nuovo livello l’istruzione superiore in Europa” dichiara il vicepresidente della Commisisone europea Margaritis Schinas.