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I lockdown, le restrizioni e la paura di contrarre Covid-19 negli ospedali e nelle strutture sanitarie hanno portato tante famiglie a rimandare la vaccinazione dei figli. In 53 Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale, che insieme costituiscono la Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oltre 1 milione e 200 mila bambini ha mancato tutte o alcune vaccinazioni di routine dall’inizio della pandemia nel 2020. Mentre molti Paesi hanno recuperato, con grande sforzo, le interruzioni e i ritardi nelle vaccinazioni di routine, 16 Paesi hanno registrato un calo nella copertura per la terza dose del vaccino contro difterite-tetano-pertosse nel 2021 rispetto ai tassi pre-pandemia. La metà dei 20 Paesi a reddito medio della regione ha riportato una copertura inferiore al 90% per uno o più vaccini nel 2021, rispetto a meno del 10% dei Paesi ad alto reddito. Lo sottolinea l’Oms Europa in una nota, in occasione della Settimana europea dell’immunizzazione, che si celebra tra 23 e 29 aprile.
Denunciando come “il divario di equità vaccinale tra i Paesi e le loro popolazioni si sta allargando”, l’Oms ricorda anche che la guerra in Ucraina e i terremoti in Turchia hanno causato ulteriori interruzioni ai servizi sanitari, con milioni di famiglie sfollate, e reso molto più difficile l’accesso ai vaccini salvavita. La vaccinazione – rimarca l’organizzazione – è un caposaldo della sanità pubblica. Ogni dose di vaccino dimenticata o ritardata espone a un rischio maggiore di infezione. Questo può essere particolarmente pericoloso per i bambini piccoli e per i più vulnerabili nelle nostre comunità. Più bambini restano indietro nel loro programma di vaccinazione – evidenzia l’agenzia – maggiore è il rischio di grandi epidemie di morbillo, poliomielite, difterite e altre pericolose malattie infettive. E i numeri parlano chiaro: i casi di morbillo nella Regione europea – ricorda l’Oms – sono aumentati da 159 nel 2021 a più di 900 nel 2022. I casi di difterite sono passati da 41 nel 2021 a 300 nel 2022″.
“E’ nel nostro comune interesse – ammonisce l’Oms – proteggerci a vicenda dalle malattie; fondamentale per questo è raggiungere le persone per incoraggiarle a vaccinarsi, tenere il passo con i programmi di vaccinazione nazionali e recuperare il ritardo sulle immunizzazioni che sono state perse. Mentre continuiamo a sostenere i Paesi per costruire sistemi e infrastrutture sanitarie pubbliche resilienti, ricordiamoci che abbiamo una solida base di risultati di salute pubblica da preservare e su cui costruire”.
“Due decenni fa il morbillo era uno dei principali killer dei bambini. E’ sei volte più contagioso dell’influenza e una persona su cinque può sviluppare malattie gravi o complicazioni. Tra il 2000 e il 2018, i decessi per morbillo sono diminuiti di tre quarti (73%) in tutto il mondo, con i vaccini che hanno impedito, secondo le stime, 23,2 milioni di decessi durante questo periodo”. Lo ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), Emer Cooke, sempre in occasione della Settimana europea dell’immunizzazione.
“Nonostante gli evidenti benefici della protezione contro il morbillo e altre malattie infantili, dall’inizio della pandemia di Covid-19 oltre 1,2 milioni di bambini nella regione europea dell’Organizzazione mondiale della Sanità non hanno effettuato la vaccinazione per proteggersi da morbillo, parotite e rosolia. Inoltre, un rapporto dell’Unicef pubblicato di recente mostra che 67 milioni di bambini in tutto il mondo ‘hanno perso una o più vaccinazioni nell’arco di tre anni a causa dell’interruzione dei servizi causata dalla tensione dei sistemi sanitari e dalla deviazione di risorse scarse, dai conflitti e dalla fragilità e dalla diminuzione della fiducià nell’immunizzazione”, ha precisato la direttrice dell’Agenzia europea.
Per questo, “la settimana europea dell’immunizzazione quest’anno ci ricorda l’importanza delle vaccinazioni di routine tempestive e la necessità di recuperare eventuali vaccini e dosi di richiamo mancati o rimandati”, ha affermato. “Sono disponibili diversi vaccini di routine per tutte le fasce d’età, dai bambini piccoli fino agli anziani, passando per gli adolescenti e gli adulti, per proteggerci da malattie pericolose come morbillo, rosolia, epatite o meningite, solo per citarne alcune”, ma “le interruzioni causate dal Covid-19 nell’assistenza sanitaria e nella nostra vita personale hanno portato a gravi ritardi nell’ottenerli, causando conseguenze significative nelle nostre comunità in tutta l’Ue”, ha aggiunto.
Secondo Cooke, “la Settimana europea dell’immunizzazione dovrebbe essere una chiamata all’azione per ogni cittadino europeo. Non possiamo rimanere passivi di fronte a minacce come il morbillo, la poliomielite, la difterite o il tetano. Non possiamo non tenere il passo con l’immunizzazione contro la rosolia. Le donne incinte non vaccinate che si ammalano di rosolia sono ad alto rischio di aborto spontaneo o di sindrome da rosolia congenita nei loro bambini. Non possiamo rimanere indietro nella vaccinazione degli adolescenti e dei bambini di 9-14 anni contro l’Hpv. L’infezione da questo virus nei ragazzi e nelle ragazze può portare ad alcuni tumori più avanti nella vita, quando sono donne e uomini adulti. Infine, dobbiamo proteggere gli anziani. Sono ad alto rischio di ospedalizzazione o di morte quando contraggono un virus. La vaccinazione tempestiva è fondamentale”, ha precisato ancora la direttrice.