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Vaccino 5-11 anni, lunedì l’ok per l’Italia ma le fiale arriveranno a metà dicembre. L’Ecdc: “Picco a dicembre, terza dose a tutti gli over 18”

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L’approvazione del vaccino contro il Covid per i bambini tra 5 e 11 anni da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) “potrebbe essere anticipata tra oggi e domani” dice Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa). Inizialmente la decisione era attesa per lunedì 29 novembre. Se la notizia fosse confermata, ha detto Palù intervistato a SyTg24, “sarebbe molto verosimile avere il via libera in Italia lunedì prossimo”. Dopo l’approvazione da parte dell’Ema è infatti necessaria anche quella dell’Aifa, che in genere segue di qualche giorno.

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“Per i bambini –  spiega Palù – il quadro sta cambiando e il rischio dell’infezione sta diventando molto superiore al rischio del vaccino. Se in passato, con la variante Alfa, il 2% dei bambini contraeva l’infezione, oggi stiamo arrivando al 25-30 per cento. I dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria da 4 a 11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi. Ci sono bambini ricoverati che non hanno patologie concomitanti, ci sono dei bambini che sviluppano una sindrome infiammatoria multisistemica, cioè diffusa in vari organi”.

Il presidente dell’Aifa non esclude l’obbligo vaccinale per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, anche se un’ipotesi simile al momento non è sul tavolo del governo e sarebbe molto divisiva. “Per l’obbligo vaccinale vanno soppesati attentamente i rischi e benefici, ma ricordo che un terzo dei bambini ricoverati non ha patologie concomitanti e che gli studi di validazione non hanno mostrato alcun rischio per i vaccini”.

Le fiale per i bambini – l’autorizzazione al momento dovrebbe riguardare Pfizer – sono diverse rispetto a quelle per gli adulti e sono ancora in produzione. Si distinguono per il tappo e l’etichetta arancione. La distribuzione dovrebbe avvenire contemporaneamente in tutti i paesi europei e le previsioni al momento parlano dei giorni immediatamente precedenti il Natale. Nè a oggi è stato stabilito se le somministrazioni avverranno negli hub – che negli ultimi mesi sono stati ridotti di numero – o negli studi dei pediatri. L’autorizzazione da parte dell’Aifa e dell’Ema, insomma, non si tradurrebbe nella partenza immediata della campagna vaccinale, che potrebbe avvenire in concreto subito dopo Natale.

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Palù ha parlato anche dell’ondata attuale in Italia. “Guardando i numeri, c’è una crescita del contagio, che però non è ad andamento esponenziale come l’anno scorso, ma ad andamento lineare. Alcune Regioni stanno superando la soglia critica di ricoveri in area medica e rianimazione, ecco perchè dobbiamo guardare con molta attenzione all’evolversi della pandemia”.

“I recenti scenari elaborati dall’Ecdc” il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie “indicano che il potenziale onere patologico nell’Ue dalla variante Delta sarà molto elevato a dicembre e gennaio, a meno che non vengano applicate ora misure di sanità pubblica in combinazione con sforzi continui per aumentare la somministrazione del vaccino nella popolazione generale”. Lo ha dichiarato Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, nella presentazione del nuovo rapporto sull’andamento del Covid in Europa.

“Dall’inizio dell’anno, abbiamo assistito a un rapido avvio di programmi di vaccinazione nell’Ue che ha evitato con successo i decessi e ha ridotto i ricoveri e la trasmissione del virus. Ma ci sono ancora categorie e gruppi di età in cui la copertura vaccinale rimane inferiore a quanto auspicato, anche nei Paesi che hanno raggiunto una buona copertura vaccinale complessiva”, ha sottolineato l’esperta. “Dobbiamo concentrarci con urgenza – ha precisato la direttrice – su come colmare questo divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre misure non farmaceutiche”.

 “I Paesi” dell’Unione europea “dovrebbero prendere in considerazione una dose di richiamo per tutti gli adulti di età pari o superiore a 18 anni, con priorità per le persone di età superiore ai 40 anni” e “la dose di richiamo è raccomandata non prima di sei mesi dopo aver completato la vaccinazione primaria”.  La terza dose servirà “ad aumentare la protezione contro le infezioni dovute alla diminuzione dell’immunità”.

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