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“Dal lunedì al venerdì corrono tutti a fare tamponi per avere il Green Pass, per andare al lavoro, per muoversi, poi nel weekend o nei festivi invece c’è la corsa all’ospedale. La curva dei ricoveri è perfettamente contraria a quella dei tamponi ormai arrivati a numeri record. E’ una curva in costante crescita che non mi preoccupa nei numeri assoluti a cui ad oggi non abbiamo avuto difficoltà a rispondere, piuttosto per lo skill, per l’identikit dei nuovi ricoverati, che per lo più sono quelli dello zoccolo duro dei non vaccinati”.
Francesco Vaia, lei è il direttore sanitario dello Spallanzani, il centro di riferimento per eccellenza per la cura del Covid. Allora chi sono i nuovi ricoverati di questa quarta ondata e soprattutto perché la preoccupano?
“Abbiamo due profili di pazienti: innanzitutto i non vaccinati, per lo più 50enni e senza patologie, quelli appunto della fascia d’età che più delle altre continua a dire no al vaccino e che costituiscono il serbatoio del contagio. E poi abbiamo anche vaccinati, in larga parte con la seconda dose fatta da più di quattro mesi, ma con un’età media molto più alta, superiore a 70 anni e di solito con varie patologie. Ma in terapia intensiva (al momento abbiamo 28 ricoverati, un terzo della nostra capacità), vanno soprattutto i giovani non vaccinati e per loro il rischio di evoluzione sfavorevole della malattia è doppio rispetto ai vaccinati. Quando arrivano e stanno male spesso piangono e si disperano dell’errore fatto a non vaccinarsi. E tuttavia penso che in questa fase dobbiamo stare attenti a non fare un errore strategico”.
Quale?
“Fermo restando, ovviamente, il fatto che il vaccino sia un’arma formidabile che ci ha consentito di tenere a bada la pandemia, sa cosa fa crescere l’antivaxismo? L’idealizzazione della vaccinazione, la troppa enfatizzazione. Non dobbiamo trasformare il vaccino in un totem, in una pozione magica. Intanto perché contribuisce ad abbassare la soglia di attenzione di chi è immunizzato e questo ancora non possiamo permettercelo e poi perché qualsiasi dato letto in modo sbagliato dà legna da ardere ai No Vax. Dobbiamo guardare avanti, fare le terze dosi senza indugiare e cercare il consenso giorno per giorno di chi ancora si rifiuta anche se ormai non basta più neanche questo”.
Lei non crede che l’effetto Green Pass riuscirà ad erodere questo muro di sei milioni di italiani ancora senza protezione?
“Il Green Pass è certamente un ottimo strumento, anche da noi stiamo registrando una buona affluenza di prime dosi, di gente che alla fine si decide a fare questo passo. Ma oltre all’analisi è il tempo della proposta e poi dell’azione che spetta alla politica. Per uscire presto da questa emergenza dobbiamo fare uno sforzo e rendere obbligatorio il vaccino per tutti coloro che hanno rapporti con il pubblico, dai dipendenti della pubblica amministrazione a quelli della grande distribuzione, dal commercio ai giornalisti”.
Non le sembra una forzatura in questo momento?
“Molti non comprendono il perché di questa titubanza della politica. Chi si è vaccinato e ci avviciniamo al 90 per cento degli italiani ha paura di una ripresa della pandemia nonostante gli sforzi fatti e vuole sapere come recuperare questa larga fascia di 40-60enni che ancora non si vaccina. Noi non dobbiamo spaventare l’opinione pubblica, ma dobbiamo dire con chiarezza che l’aumento dei contagi dipende in modo determinante dai non vaccinati e dal decadimento della capacità protettiva dei vaccini che devono essere aggiornati e anche alla svelta”.
Paura della variante Omicron?
“No, al momento anche le persone positive in cui abbiamo sequenziato questa variante stanno bene e non destano allarme ma dobbiamo arrivare i vaccini aggiornati, e dovremo farli ad ogni autunno come quelli influenzali, e anche alle terapie aggiornate. La politica deve fare pressione sulle case farmaceutiche e le aziende devono fare presto. Solo così ne usciremo”.
Gli ospedali stanno tornando sotto pressione, gli organici sono ridotti all’osso. Qualcuno propone di far rientrare i medici No Vax sospesi con obbligo di tampone. È d’accordo?
“Ma scherziamo. Io sono per estendere l’obbligo a molte altre categorie di lavoratori. Figuriamoci se posso pensare a sanitari non vaccinati. È impensabile, sarebbero una bomba in corsia e dobbiamo proteggere i nostri ospedali”.