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Le associazioni Leal, Leidaa, Oipa e “Zampe che danno una mano” avevano presentato al Tar di Bolzano un’istanza cautelare “ante causam” per chiedere la sospensione dell’autorizzazione all’abbattimento di due lupi in Val Venosta, firmata dal presidente della Provincia, Arno Kompatscher. E il presidente del Tar l’ha accolta e ha riconosciuto sussistente il presupposto dell’eccezionale gravità ed urgenza dell’istanza. L’autorizzazione all’abbattimento è quindi sospesa e i lupi per il momento sono salvi.
L’istanza
Nell’istanza si sottolinea, tra l’altro, riferisce una nota, “la mancata applicazione del principio di proporzionalità e gradualità, più volte richiamato su questa materia dal Consiglio di Stato, visto che manca o è insufficiente la prova che siano state adottate tutte le misure preventive prima di richiedere una deroga al divieto di abbattere animali di specie particolarmente protetta”. Inoltre, con l’autorizzazione viene “dato per scontato che il prelievo di due lupi ‘a caso’ metta fine alle predazioni, mentre sono del tutto ignoti gli effetti di uccisioni indiscriminate sui branchi di lupi”.
La protezione della specie
Le associazioni avevano anche evidenziato “come il decreto citi un parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), il cui contenuto è stato arbitrariamente interpretato, nella nota divulgata dalla Provincia di Bolzano, per far apparire la scelta dell’abbattimento come accettabile almeno per quanto riguarda i tassi di predazione. In realtà l’Istituto ricorda che non si sa come siano stati individuati i criteri introdotti dalla norma provinciale e che tali criteri non definiscono la dimensione dell’area oggetto del danno. Quindi è impossibile ‘valutare adeguatamente la sussistenza del primo requisito richiesto dalla norma comunitaria’ per poter derogare dalla regola della protezione della specie, cioè la gravità dei danni”.