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“Soldi alla formazione non alla guerra. No al riarmo europeo. Palestina libera”. Lo striscione apre il corteo degli studenti che questa mattina attraversa le strade di Torino, al fianco sfilano sui carrelli un manichino con la foto del ministro Valditara con elmetto e giacca mimetica e la scritta “Sceriffo Valditara” e un pupazzo di cartone, che raffigura un asino, e la scritta “Bernini somara”.
Il corteo è stato organizzato in adesione allo sciopero nazionale indetto da USB Scuola. In piazza XVIII dicembre, luogo del raduno, diverse centinaia, soprattutto studenti medi da molte scuole di Torino e provincia, come Gioberti, Peano, Regina Margherita, Einstein, Gobetti, Alfieri, Volta, Avogadro, Bodoni Paravia.
Tra le realtà in piazza anche i collettivi universitari come Cambiare Rotta, Osa (opposizione studentesca d’alternativa), Fronte della gioventù comunista, assemblea studentesca. Ci sono anche bandiere palestinesi.
“Oggi scendiamo in piazza per rivendicare una nuova scuola pubblica. Non accettiamo vengano stanziati 800 miliardi per la guerra mentre le scuole cadono a pezzi e il Ministro Valditara porta avanti riforme classiste e repressive”.
“Siamo qui per fermare il processo di aziendalizzazione delle scuole – dice Caterina Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti -, ma anche perché è sorto un nuovo problema che noi viviamo sia come figli di lavoratori che come studenti, ovvero la nuova dinamica del riarmo, che comunque è una retorica che il nostro governo, così come praticamente tutti i governi europei, stanno portando avanti e a cui noi chiaramente ci opponiamo,
perché mancano soldi alla scuola, le scuole crollano, gli studenti vengono mandati in alternanza. Non possiamo continuare a vivere queste condizioni sapendo che la prospettiva del governo è quella di investire sempre più in armi”.