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VITERBO — Contrordine camerati, si va nell’hotel con la spa. La festa del vannaccismo, l’anti-Pontida che aveva (aveva) impensierito i leghisti doc, finisce così: nella sala convegni di un albergone alla periferia viterbese – e salta in mente quella battuta fulminante di un film di Dino Risi, “o Roma o Orte” – coi clienti in accapattoio e ciabatte che sfilano dalle vasche saline clorate, sulle poltroncine due-trecento persone in tutto, giornalisti inclusi, ad aspettare lui, il generale.