[ Leggi dalla fonte originale]
VENEZIA – Non si può rinunciare a una foto in piazza San Marco. Ma come fare quando sei a bordo di una nave da crociera che, pur navigando nel mar Adriatico, non ha Venezia tra i suoi porti di ormeggio? La nuova frontiera delle crociere si è spostata dalla laguna in rada. Ieri il mare era piatto, circa 1300 turisti sono stati trasportati fino a Venezia, il tempo di inquadrare nello schermo del telefonino la Basilica e le gondole, e sono risaliti a bordo in serata senza problemi. I casi di mal di pancia però sono stati registrati a terra, nell’amministrazione e tra gli operatori portuali esclusi dalle operazioni di sbarco. “Non è una catastrofe ma deve restare un caso isolato, non rappresenta certo un modello”, si affretta infatti dire l’assessore al Turismo, Simone Venturini.
Un tour di poche ore e via
Sabato la Norwegian Gem, nave da crociera da 292 metri della compagnia scandinava Norwegian Cruise che può ospitare fino a 2.400 passeggeri, si è fermata a tre miglia di distanza dalla bocca di porto del Lido, uno dei tre accessi dal mare alla laguna. Da qui, con tre navette che hanno fatto la spola, sono stati sbarcati i turisti per i tour guidati di poche ore. A Venezia quindi come a Santorini. Una modalità già utilizzata in altre parti del mondo per le escursioni giornaliere ma che per la città lagunare rappresenta la prima assoluta da quando, nell’agosto del 2021, è scattato il divieto per le grandi navi di passare nel bacino di San Marco per raggiungere la stazione marittima di Santa Marta. Navi vietate a sette anni di distanza dal Decreto Clini-Passera che, dopo la tragedia del Giglio, aveva impedito l’accesso delle grandi navi a San Marco. Divieto rimasto troppo a lungo solo sulla carta per l’assenza di soluzioni alternative.
Quell’approdo a Marghera tra container e gru
Dallo scorso aprile le navi da crociera possono approdare alle banchine allestite nell’area industriale di Porto Marghera, raggiungibile attraverso l’ingresso di Malamocco e il canale dei Petroli. Accosti provvisori, in attesa della nuova stazione passeggeri, sempre a Porto Marghera, per la quale ci vorranno almeno altri tre anni. La vista per i turisti in partenza: container e gru al posto del campanile dell’isola di San Giorgio e delle logge di Palazzo Ducale. La soluzione di Marghera è stata mal digerita da alcune compagnie di crociera che come porto di partenza e di arrivo hanno preferito altre mete: Trieste ad esempio, pur venduta nei pacchetti turistici come Venezia e con il nome della città giuliana riportato tra parentesi. Tra queste compagnie c’è la Norwegian Cruise che però non ha rinunciato a offrire ai passeggeri un’escursione di poche ore a San Marco.
Turismo mordi e fuggi che crea irritazione
Trasformando Venezia da home port a città da escursione giornaliera. Con l’escamotage della fermata in rada. Un passaggio chiave per leggere l’irritazione che, per ora sottotraccia, si respira in città. Essere home port vuol dire: turisti che arrivano la sera prima e dormono in albergo, lavoro per i piloti, per i rimorchiatori, per i portabagagli, in generale per tutti gli operatori dei servizi a terra. Con la nave in rada sono rimasti tutti tagliati fuori. Senza contare che, se l’idea della Norwegian Cruise dovesse ispirare altre compagnie, si caricherebbe il centro storico di quei turisti mordi e fuggi dai quali la città storica sta cercando di difendersi attraverso l’introduzione dal prossimo 16 gennaio dell’obbligo di prenotazione e di un contributo di accesso fino a 10 euro nei giorni da bollino nero in cui si rischiano gli ingorghi tra le calli.
“Deve rimanere un caso isolato”
“Non è una catastrofe se resta un caso isolato”, sottolinea l’assessore al turismo Venturini “non deve costituire un precedente e certo non sarà il modello per Venezia”. Le compagnie sono avvisate. “Il Comune era stato informato della fermata della Norwegian Gem”, aggiunge, “ma la competenza sulla rada è della Capitaneria, le rive per i motoscafi sono in gestione all’Autorità portuale e il trasferimento dei passeggeri è stato gestito da Vtp”, la società di gestione del terminal di Santa Marta. E se altre grandi navi di passaggio dovessero chiedere di fermarsi in rada nelle prossime settimane? “Dovremo affrontare il tema con tutti gli enti, questa è la conseguenza di aver reso inaccessibile la stazione marittima senza vere alternative. Speriamo che questo serva a dare la sveglia perché si faccia presto con la nuova stazione marittima di Marghera per far recuperare a Venezia il suo ruolo di home port. Ma sottolineo che quanto accaduto ieri deve rimanere un caso isolato”.