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Verona, vince 2 milioni al Gratta e Vinci ma non li divide con gli amici: il tribunale lo assolve

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Dopo tre anni di battaglie legali Ricardo T., piastrellista brasiliano accusato da due amici di non aver diviso con loro il premio da 2 milioni di euro vinti al Gratta e Vinci, è stato “assoltodal reato di appropriazione indebita perché il fatto non sussiste”. L’artigiano 43enne, in Italia da sei anni, era stato protagonista di una doppia vincita al Gratta e Vinci nel giro di 20 giorni: la prima a Modena di 800mila euro e la seconda a Garda (Verona), con un biglietto da 2 milioni di euro. E proprio questa vincita, “rivendicata” anche da due amici, aveva portato l’uomo in tribunale.

L’accusa

L’artigiano 43enne, residente a Mozambano nel Mantovano ma spesso nel Veronese per lavoro, era infatti accusato di aver promesso ai suoi amici Giovanni S. e Christian C. di dividere i 2 milioni di euro per poi tirarsi indietro e provare a incassare la somma per conto di tutti e tre. Un’accusa che in alcune fasi del processo lo aveva fatto rischiare fino a 3 anni di carcere oltre a dover consegnare ai due amici 540mila euro ciascuno. Ma la sentenza di lunedì 16 settembre della giudice Miceli ha ribaltato la situazione e ora Ricardo, dopo tre anni di battaglia legale, può incassare la sua vincitae tenersi i 2 milioni tutti per sé.

La doppia vincita

Era il 22 febbraio 2021, quando acquistò a Garda 5 tagliandi da 20 euro l’uno, grattando quello vincente da 2 milioni di euro. Aveva poi tentato di riscuotere la vincita in una banca a Peschiera del Garda senza successo: la nuova vittoria aveva insospettito la Banca d’Italia che aveva segnalato l’uomo alla Guardia di Finanza, bloccando l’intero bottino. All’inizio era infatti sospettato di aver avuto una soffiata da qualche conoscenza negli ambienti della Lottomatica (la concessionaria che distribuisce i Gratta e Vinci). Poi le indagini avevano chiarito che le due vincite così ravvicinate nel giro di venti giorni erano frutto non di una truffa ma di una fortuna sfacciata.

La denuncia

Quella doppia vittoria però non aveva solo attirato l’attenzione di Banca Italia e della procura, ma anche quella degli amici Giovanni e Christian. I due, una volta venuti a conoscenza della grattata vincente, hanno denunciato Ricardo, sostenendo che, prima dell’acquisto del tagliando, c’era un accordo tra loro tre. «Quel tagliando superfortunato lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre — sostenevano i due —. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio e un commercialista, ma Ricardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo».

Il processo

La tesi dei due amici era stata sostenuta in aula dal pm Alberto Sergi, secondo il quale, tra le prove più convincenti c’era la dichiarazione dell’operatore bancario. Per quest’ultimo Ricardo, nel tentativo di riscuotere la vincita, dichiarò che la giocata era stata fatta anche da altri. Nelle udienze precedenti invece il piastrellista aveva sempre sostenuto che quel ticket ultra milionario lo aveva comprato lui e che quindi la vincita era solo sua. “Ho vinto quel biglietto – dice Ricardo – e dalla felicità avrei fatto un regalo anche a loro”. Il giudice alla fine del dibattimento ha dato ragione al piastrellista che ora si godrà da solo la sua vincita.

 

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