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“In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime per la sicurezza nazionale”. Più infervorato di un ospite di centrodestra, lo sguardo dritto in camera, gli indici puntati a mo’ di accusa. Al termine del suo talk show “Cinque minuti”, Bruno Vespa si lancia in una difesa accorata dell’operato del governo Meloni sul caso del carceriere libico Nijeem Osama Almasri.
In studio gli ospiti sono il deputato di Avs Angelo Bonelli e il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. La dialettica è accesa, le voci si sovrappongono. Il leader dei Verdi porta le foto dei migranti torturati nei centri libici, mentre il dirigente di Forza Italia difende la scelta dei ministri indagati di non riferire in Parlamento.
Alla fine, però, è il conduttore ad alzare la voce e sbottare: “Quello che i signori dietro la luce rossa non sanno – dice il giornalista rivolto agli spettatori – ma che i parlamentari avvertiti, di tutti i partiti, sanno è che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale”. Il tono è sempre più alto, l’irritazione visibile: “Questo avviene in tutti gli Stati del mondo”. Titoli di coda. Fine del dibattito.
Non è la prima volta che il presentatore si espone pubblicamente per difendere l’onore del governo. Poco più di una settimana fa, su X, aveva accusato la giornalista Cecilia Sala di aver avuto un comportamento «semplicemente vergognoso» per non aver sentito «il dovere di ringraziare Giorgia Meloni». Presto smentito dagli utenti e poi dalla stessa reporter.