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Pd, Lega, Movimento 5 Stelle e Avs si schierano all’Eurocamera contro la proposta di vietare l’uso di simboli sovietici in tutta l’Ue, con la motivazione dell’equiparazione ai simboli nazisti. Nel voto sulla risoluzione dell’Eurocamera che condanna il revisionismo storico russo, la sinistra e la Lega hanno votato contro ad una dicitura contenuta nel paragrafo 14 secondo la quale il Parlamento europeo “deplora il continuo utilizzo negli spazi pubblici di simboli dei regimi totalitari e chiede di vietare, all’interno dell’Unione, l’uso dei simboli nazisti e comunisti sovietici, così come dei simboli dell’attuale aggressione russa contro l’Ucraina”.
Sia per la delegazione Pd che per quella della Lega si è trattato di un voto contrario ai loro rispettivi gruppi, infatti il gruppo socialista e il gruppo dei Patrioti per l’Europa hanno votato in grandissima parte a favore del paragrafo 14 del testo. Tra gli italiani hanno votato a favore della formulazione anche FdI, Forza Italia ed il verde Ignazio Marino. Nel voto sulla risoluzione finale, focalizzata sulla “falsificazione della storia da parte di Mosca” e che conteneva il paragrafo oggetto di polemica, M5S e Avs hanno deciso di mantenere il voto contrario. La Lega ha scelto la via dell’astensione mentre la delegazione Pd ha tolto le schede dal sistema di voto per non esprimersi.
Sempre la delegazione del Pd al Parlamento europeo in una nota spiega la ragione per cui ha deciso di non partecipare al voto sulla risoluzione Disinformazione e falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina: “Sì alla condanna di Putin e alla lotta contro la disinformazione, ma no a iniziative strumentali che vogliono riscrivere la storia nei parlamenti a colpi di maggioranze. Le responsabilità di Putin e di tutti i totalitarismi, del presente e del passato, sono un fatto politico, per noi una certezza da condannare. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Il Parlamento europeo e i parlamenti sono sedi di rappresentanza, confronto e battaglia politica. Non sono luoghi nei quali si riscrive la storia a colpi di maggioranze quali esse siano – si legge ancora nella nota – Rifiutiamo l’idea che una risoluzione sulla condanna della attività di disinformazione dell’attuale regime in Russia, valutazione che condividiamo, diventi uno strumento per promuovere ricostruzioni che dobbiamo lasciare agli storici e non al conflitto politico. Non spetta al Parlamento riscrivere la storia dell’Europa e per questa ragione abbiamo deciso di non partecipare al voto su una iniziativa che è diventata strumentale”, affermano ancora gli eurodeputati