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Xiaomi non vuole proprio che sblocchiamo il bootloader: ecco le nuove regole

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Xiaomi ha appena introdotto una nuova regola, rendendo più difficile lo sblocco del bootloader sui suoi dispositivi con HyperOS e di fatto limitando lo sviluppo delle migliori ROM sui telefoni del marchio.

Per l’utente medio la notizia non è un gran problema, ma per sviluppatori e appassionati sarà accolta senz’altro con frustrazione. Il bootloader di un telefono è infatti quella componente che decide quale software eseguire e in quale ordine all’avvio del dispositivo.

Per impostazione predefinita, è bloccato, in quanto si tratta di una parte molto importante per la sicurezza, e toccandola si può correre anche il rischio di bloccare il telefono (brick). Ecco perché normalmente non si dovrebbe fare, ma per chi vuole avere il pieno controllo del suo dispositivo è essenziale. 

I telefoni Xiaomi sono sempre stati molto apprezzati dagli sviluppatori, a causa dell’elevato rapporto qualità / prezzo, ma il produttore cinese sta chiudendo sempre più le porte alla comunità.

Se infatti lo sblocco del bootloader su un telefono dell’azienda richiede una procedura online, dopo il lancio di HyperOS le cose sono cambiate e l’anno scorso sono state introdotte regole molto restrittive.

Fino al 31 dicembre 2024, bisognava essere un membro della comunità di livello 5 sul forum cinese di Xiaomi (quindi con un certo numero di post), e si potevano sbloccare solo tre dispositivi all’anno. Inoltre bisognava richiedere l’autorizzazione ogni anno (autorizzazione concessa solo per account registrati e dispositivi solo fuori dalla Cina). 

Ora, come condiviso da XiaomiTime, il produttore ha ulteriormente alzato l’asticella e dal 1° gennaio 2025 si potrà sbloccare un solo telefono l’anno

Xiaomi ha giustificato il cambiamento con la necessità di garantire la sicurezza e la stabilità dei dispositivi, ma sappiamo che a fine 2022 è stata approvata una legge cinese per standardizzare il comportamento dei software preinstallati sui telefoni. 

Inoltre, con l’espansione del marchio, si vuole evidentemente limitare la possibilità agli utenti di rimuovere i contenuti pubblicitari sul sistema operativo, una pratica che Xiaomi sta attuando da diversi anni.

La novità sta rinfocolando in rete l’antica questione su chi sia il reale proprietario di un dispositivo, il produttore o l’utente che lo ha pagato, ma non siamo sicuri ci sia una risposta definitiva o chiara. Per chi è interessato a sbloccare il bootloader del proprio Xiaomi, possiamo solo consigliare di scegliere con molta attenzione su quale dispositivo farlo e condividere la guida di Xiaomi

 

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